Home Archivio storico 1998-2013 Attività parlamentare Dirigenti scolastici, col decreto D’Alia si salverebbero anche gli idonei del concorso...

Dirigenti scolastici, col decreto D’Alia si salverebbero anche gli idonei del concorso 2004

CONDIVIDI
Attendere sette anni per essere dichiarati idonei a vestire il ruolo di dirigenti scolastici in Sicilia. Ma poi scoprire che nel frattempo i vincitori del nuovo concorso potrebbero avere la precedenza. È la storia che stanno vivendo 37 docenti da una manciata di giorni risultati vincitori del concorso per dirigenti scolastici per la Sicilia bandito nel 2004, svolto nel 2006, annullato nel 2009 e rinnovato nel 2010 ai sensi della legge 202/2010: successivamente, è storia di quest’anno, si è svolta la ricorrezione degli scritti, la frequenza del corso di formazione obbligatorio iniziato il 15 gennaio e terminato il 16 luglio. Cui è seguito un colloquio finale. E la conseguente idoneità.
Solo che ora dal 1° settembre 2013 l’incarico per coprire i posti liberi in Sicilia potrebbe essere conferito ad altri candidati: l’Ufficio scolastico regionale sembra infatti non voler pubblicare la graduatoria definitiva, manifestando la volontà di assegnare i posti disponibili e vacanti in Sicilia agli idonei del concorso per dirigenti scolastici, bandito nel luglio 2011.
“Tale incredibile atto – scrivono i 37 idonei del concorso di sette anni prima – calpesta i diritti dei candidati del 2004 che, come esplicitato dal bando medesimo (lex specialis), bando del concorso a dirigenti scolastici del 2011, assegna i posti prima ai vincitori del 2004 e successivamente ai vincitori del 2011. Ciò in applicazione anche dell’art. 29 della legge 165 del 2001. In altre parole il concorso in Sicilia non si sarebbe potuto nemmeno bandire senza l’espressa clausola relativa all’assegnazione dei posti prima al 2004 e poi al 2011”.
Secondo il raggruppamento, invece, “con bizantinismi e voli giurisprudenziali degni di affinatissimi azzeccagarbugli si tenta di privare gli idonei del concorso del 2004 di un diritto finalmente raggiunto dopo un lungo e sofferto percorso. Tutti gli argomenti dell’amministrazione sono stati smentiti”.
Cosa accadrà ora? Difficile dirlo. Anche perché a decidere potrebbe non essere l’Usr della Sicilia. Nella bozza che il ministro della Funzione Pubblica, Gianpiero D’Alia, vorrebbe portare all’attenzione di uno dei prossimi CdM, è contenuta, infatti, anche una norma dal titolo: “misure urgenti per l’avvio dell’anno scolastico”. All’interno, sempre se verrà presentata e approvata dal Governo, si introduce la possibilità di conferire “incarichi di presidenza per il solo anno scolastico 2013-2014 ai seguenti soggetti: soggetti non in quiescenza risultati idonei a seguito dell’espletamento di un concorso a dirigente scolastico indetto antecedentemente alla data del 1° gennaio 2011, ma che non hanno frequentato il corso di formazione o che pur avendolo frequentato non hanno comunque completato la procedura concorsuale; soggetti per i quali è pendente alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto un contenzioso con oggetto la partecipazione al concorso a posti di dirigente scolastico indetto con il decreto direttoriale 22 novembre 2004 (è questo il caso dei ds idonei siciliani ndr); soggetti che hanno ottenuto l’annullamento degli atti del concorso bandito nella regione Lombardia ai sensi del DDG del 13 luglio 2011 e ai controinteressati nel relativo giudizio”.
Su questa vicenda è intervenuto, nelle ultime ore, anche Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir, secondo cui questa soluzione tampone sui dirigenti scolastici sarebbe “precoce, perché bisogna ancora attendere il risultato di tutti gli appelli in Consiglio di Stato in merito alle prove preselettive, il cui giudizio necessariamente porterebbe all’annullamento di tutte le procedure legate alle selezioni nelle prove scritte e orali e travolgerebbe le graduatorie degli idonei. In questa fase, sarebbe stato più opportuno chiedere un giudice celere del tribunale. E stanziare le stesse risorse – conclude Pacifico – per pagare le indennità di reggenza ai vicari”.