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Diritto del lavoro a scuola, Apidge: Illusi che potesse entrare nelle scuole. Educazione civica brodaglia nel quale mettere tutto

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«Ancora una volta, piuttosto che valorizzare l’insegnamento del diritto, affidandolo ai docenti allo scopo abilitati, si preferisce ingrossare ulteriormente il calderone dell’educazione civica». Ezio Sina, presidente nazionale dell’Associazione professionale degli insegnanti delle discipline giuridico-economiche, Apidge, commenta così la piega presa a Montecitorio dalla proposta di legge C 630-373-A avente per oggetto “Modifica all’articolo 3 della legge 20 agosto 2019, n. 92, concernente l’introduzione delle conoscenze di base in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro nell’ambito dell’insegnamento dell’educazione civica”.

«Ci eravamo illusi – ammette Sina – che finalmente il diritto del lavoro potesse entrare a pieno titolo nelle scuole. Tuttavia, dopo l’approvazione in settima commissione, con il parere favorevole delle commissioni affari costituzionali, bilancio, lavoro, affari sociali e della commissione parlamentare per le questioni regionali, la discussione iniziata in aula ieri lascia presagire un unico epilogo: l’insegnamento dell’educazione civica a scuola dovrà occuparsi anche delle conoscenze di base in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro. A meno di ulteriori modifiche che, attualmente, ci appaiono improbabili».

«Con tutte queste premesse – prosegue il presidente di Apidge, leggendo il testo in discussione alla camera dei deputati – le scuole, nella loro autonomia, sono chiamate a “garantire la diffusione delle conoscenze di base del diritto del lavoro e in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro, anche attraverso le testimonianze di vittime di infortuni sul lavoro, per contribuire a formare cittadini consapevoli dei diritti, dei doveri e delle tutele del lavoratore”. Un quadro desolante, che non ci lascia per nulla soddisfatti, malgrado l’iter parlamentare fosse iniziato con ottime prospettive didattiche e sociali».

Il voto, atteso per domani, ha già un retrogusto amaro per Sina: «Questa educazione civica è sempre più simile a un minestrone, anzi, a una brodaglia, nella quale mettere di tutto e di più. Promuoveremo – conclude – ogni tipo di modifica che valorizzi l’insegnamento del diritto del lavoro e dei suoi princìpi in tutti i percorsi scolastici, a partire dall’affidamento della disciplina ai docenti abilitati dalla legge a somministrarla: quelli di discipline giuridiche ed economiche».