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Disabili, le proteste pagano: torna il tetto dei 20 alunni

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Hanno avuto effetto immediato le forti proteste contro l’annullamento della norma che impone non più di 20 alunni per classe in presenza di disabili: secondo le agenzie di stampa la misura, inizialmente introdotta nella manovra Finanziaria nel corso del passaggio in commissione Bilancio del Senato, è stata cancellata nel maxiemendamento del Governo su cui è stata posta la fiducia e che nella giornata di domani, 15 luglio, arriverà in aula per il voto finale.
Il Partito democratico parla di “battaglia vinta”. “Il Governo – afferma la senatrice Mariangela Bastico – ha accolto gli appelli e la mobilitazione del Pd e delle associazioni dei disabili per abrogare la norma, contenuta in un un emendamento alla manovra, che aboliva il limite massimo di 20 alunni per classe in presenza di un disabile. Insieme alle associazioni – spiega Bastico – abbiamo vinto una battaglia di civiltà per il diritto a una buona integrazione scolastica e sociale contro una vera vessazione del governo nei confronti dei più deboli tra i deboli, i bambini disabili”.
“S’impegni ora il Governo – prosegue la parlamentare Pd – a far sì che il tetto complessivo dei docenti di sostegno, che ha imposto con la manovra, già dichiarato incostituzionale dalla Corte, non determini un abbassamento della qualità dei processi di inserimento ed apprendimento dei disabili”.
Soddisfazione è stata espressa anche da Anna Serafini, presidente Forum infanzia e adolescenza del Pd. “È una vittoria – afferma – frutto della battaglia che come Pd abbiamo condotto insieme alle più significative associazioni del settore, come Fish e Fand, al mondo della scuola, ai sindacati e alle professioni. Ciò dimostra che quando si hanno idee e valori forti come la difesa dei diritti dei bambini disabili e quando ci si impegna tutti insieme, questi valori fanno breccia anche in chi ha posizioni politiche diverse”.
Notizie non proprio positive giungono invece per i dipendenti: dell’annunciato emendamento che avrebbe dovuto sbloccare gli scatti triennali, inizialmente congelati nella prima versione della manovra, sembra che all’interno del maxiemendamento non vi sia traccia. Il “conteso” 30% dei risparmi derivanti dalla Finanziaria di due anni fa sarebbe infatti destinato a coprire i crediti che gli oltre 10.000 istituti vantano nei confronti dello Stato per il funzionamento ordinario degli ultimi anni. Appare tuttavia improbabile pensare che l’impegno del ministro Tremonti nei confronti dei sindacati possa svanire come una bolla di sapone: in tal caso c’è da immaginare che la reazione del popolo della scuola sarebbe davvero vibrante. In ogni caso nelle prossime ore sapremo come stanno le cose.