Fra tali benchmark europei troviamo lo sviluppo dell’offerta formativa degli adulti, il Lifelong learning, con l’obiettivo di raggiungere entro il 2010 almeno il 12% della popolazione compresa fra i 25 e i 64 anni. E’ un settore in cui siamo messi proprio male. Siamo ancora al 4,7% e il 2010 è dietro l’angolo. Ci sono voluti sette anni perché un Governo italiano si rendesse conto del problema. Questa volta, grazie all’iniziativa di tre Ministri (Giuseppe Fioroni per l’Istruzione, Cesare Damiano per il lavoro e Fabio Mussi per l’Università), il Governo ha approvato un disegno di legge, provvedimento il cui iter sarà sicuramente lento, farraginoso, inadeguato rispetto all’urgenza del problema, ammesso che arriverà in porto. Mentre serviva uno strumento legislativo agile, di immediata attuazione, adeguatamente finanziato.
1. riportare la dispersione scolastica al di sotto del 10% (siamo ancora ad oltre il 23%);
2. incrementare la scelta dei giovani laureati in matematica, scienze e tecnologia fino a superare il 15% (siamo attorno al 10%);
3. portare il numero dei diplomati in ogni Stato ad almeno l’85% dei giovani di 22 anni (siamo ancora attorno al 69,9%);
4. combattere le difficoltà di lettura dei quindicenni, facendo in modo che il tasso scenda a meno del 20% (siamo ancora al 23,9%).
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