Il fenomeno della dispersione scolastica colpisce come sappiamo il nostro paese, specialmente le regioni del Sud. Ma il problema è presente anche nelle altre regioni. Secondo il rapporto di Save the Children “Alla ricerca del tempo perduto” pubblicato nei giorni scorsi, in Toscana uno studente su dieci (l’11,1%) abbandona gli studi prima del diploma, mentre i Neet (giovani dai 15 ai 29 anni che non studiano e non lavorano) è pari al 17,9%. Numeri che preoccupano, e lontani dagli obiettivi, che vedono un massimo del 9% di abbandoni scolastici a livello europeo per il 2023. A influire sono svariati motivi, disagi economici, la pandemia che ha recitato un ruolo importante negli ultimi anni con la Dad che ha creato molti problemi, sia psicologici e sia a chi non poteva permettersi un computer o una connessione adeguata. Adesso il caro energia rischia di creare nuove importanti difficoltà economiche alle famiglie che devono provvedere alle esigenze dei figli.
Sul ‘Corriere della Sera’ vengono snocciolati alcuni dati relativi alla Toscana con le 81 segnalazioni per mancata o irregolare frequenza per l’anno 2021/22 solo a Firenze. In questo senso ci si attende molto dai fondi del Pnrr (27 milioni a 173 scuole) che daranno la possibilità alle scuole di mettere in moto interventi personalizzati in base al territorio.
La regione è però virtuosa su classi a tempo pieno (52,8%) e sulle mense con alcune province che superano l’80% nelle scuole primarie (Prato, Firenze, Lucca, Pistoia e Siena)
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