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Dl sostegni bis, Pittoni (Lega): “Sul vincolo quinquennale penalizzati i neo immessi in ruolo”

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Sul piede di guerra il senatore Mario Pittoni, responsabile del Dipartimento Scuola della Lega e vice presidente della commissione Cultura al Senato, che promette battaglia in sede parlamentare sul dl Sostegni bis nelle parti che riguardano il reclutamento e la mobilità dei docenti (artt. 58 e 59). Lo intervistiamo telefonicamente nella giornata di oggi, quando il dl Sostegni bis non è ancora stato pubblicato in GU.

1) Senatore Pittoni, iniziamo dal problema del vincolo quinquennale: soddisfatto della sua riduzione?   
Il vincolo scende (su nostra sollecitazione) da 5 a 3 anni e, per i vincolati 4 anni, a due. Resta però il problema delle  assegnazioni provvisorie per i neo immessi in ruolo con decorrenza 1.9.2020. Queste restano bloccate per un triennio. Quindi, in piena crisi pandemica, si continua a vietare la possibile ricongiunzione delle famiglie. Non solo da Nord a Sud, ma pure nelle stesse province del Nord. Tra l’altro, a essere penalizzata sarebbe una sola categoria di insegnanti: quella dei neo immessi in ruolo, con l’ennesima disparità  di trattamento tra docenti immessi in ruolo con le stesse procedure di reclutamento ma in anni diversi.

2) Si avvia a soluzione il problema dei  docenti precari? Insomma, lei vede un’inversione di tendenza nel dl Sostegni bis? 
Mi pare proprio di no. Non c’è un solo posto in più né per il sostegno né per la tipologia di posto comune. Le immissioni in ruolo forse non riusciranno a coprire neanche il turn over con una situazione che, per quanto riguarda la stabilizzazione del personale docente, probabilmente ricalcherà il copione dello scorso anno. Ci saranno ancora centinaia di migliaia di posti da coprire con supplenze. Il testo del dl, infatti, non prevede alcuna nuova procedura di assunzione in ruolo  a settembre: c’è solo lo scorrimento delle graduatorie di merito e una “strana” assunzione a tempo determinato dalla prima fascia delle GPS (ancora una volta in spregio alla lettera e allo spirito delle indicazioni dell’Ue) che potrà portare al ruolo, ma solo una volta superata – al termine dell’anno scolastico 21/22 – una specifica prova selettiva da tenere con una commissione esterna, che di fatto è un altro concorso straordinario.

3) E per i concorsi ordinari  per esami e titoli già banditi dall’ex ministro Azzolina?
Il concorso ordinario ha un percorso inverso rispetto all’ultimo concorso  straordinario nella scuola secondaria , che aveva visto convertire lo scritto (sempre computer based) da quesiti a risposta chiusa multipla a quesiti a risposta aperta. L’ordinario ora prevederà uno scritto da risposta aperta a risposta chiusa multipla: 50 domande in soli 60 minuti, comprese quelle di inglese e informatica. Praticamente il nozionismo spicciolo più esasperato, che non solo conferisce il ruolo, ma addirittura “l’abilitazione all’esercizio della professione di docente” senza alcuna particolare formazione.

4) Ci sono nel dl anche concorsi per alcune classi di concorso in cui è  difficile reperire insegnanti di ruolo.
Vero: un concorso “last minute” – non è ancora chiaro quanto praticabile – dedicato a sole quattro classi di concorso del settore scientifico. In pratica si bloccano o, comunque, si appesantiscono le delicate operazioni di avvio del nuovo anno scolastico 21/23 per lo “sfizio” tutto ideologico di un concorsino veloce a ferragosto, invece dell’assunzione a luglio di precari abilitati o qualificati da anni di esperienza.

5) Lei aveva fatto una proposta articolata per quanto riguarda l’ abilitazione e il reclutamento dei docenti su posto comune e di sostegno, che aveva illustrato anche sulla nostra rivista. Ora sembra che con il dl Sostegni bis si voglia intervenire solo parzialmente e limitatamente ad alcune categorie di docenti, creando ulteriori divisioni tra precari.
Esatto. Avevamo individuato con il ddl 1920 sedici diverse situazioni dei docenti e suggerito al ministro Bianchi , una per una, le possibili soluzioni di casi che complessivamente coinvolgono centinaia di migliaia di insegnanti precari. Per loro nel dl Sostegni bis non c’è alcuna risposta concreta. Per questo daremo battaglia: prima nella fase emendativa del dl e poi nuovamente a livello legislativo, cercando di estendere il più possibile il consenso a un progetto che è di semplice buonsenso.

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