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Docente 55enne ha vinto 4 concorsi e da 15 anni attende il ruolo lontana da casa: “Soffro come mamma ed eterna precaria”

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Molti docenti rimangono precari praticamente per tutta la loro carriera o, comunque, per la maggior parte degli anni. Questa è la storia di una docente di Cava de’ Tirreni, nel salernitano, di 55 anni, maestra di scuola dell’infanzia che attende ancora lo scorrimento delle graduatorie da cui si attinge ogni anno per le immissioni in ruolo. Lo riporta Il Mattino.

Ben quindici anni lontana da casa

Il prossimo anno scolastico, per lei, sarà il quindicesimo lontano da casa. La maestra, inserita nelle interminabili graduatorie ad esaurimento provinciali, lavora infatti negli asili comunali di Roma, attendendo una chiamata per l’assunzione nella scuola pubblica che non arriva. 

La docente ha due figlie, che purtroppo sono cresciute perlopiù lontano da lei. Ecco lo sfogo della maestra precaria: “Ho vinto il primo concorso nel 2001, da allora ne ho vinti altri tre. Oggi lavoro nelle scuole comunali di Roma, in attesa dell’ingresso a tempo indeterminato nella scuola pubblica. Solo in questo modo posso tornare a casa dalla mia famiglia, dalle mie figlie che ho lasciato all’inizio del precariato quando avevano appena 3 e 6 anni, oggi la più grande ha 22 anni e ho il rammarico di non averle potute godere negli anni dell’adolescenza e della spensieratezza”.

Ecco la routine della docente: “Ho la sveglia ogni mattina alle 4. Treno per la capitale alle 5.15. Poi dritta a scuola fino a pomeriggio, con turni anche di sera nelle scuole comunali. Faccio tutti i giorni Salerno-Roma andata e ritorno e spendo mensilmente 500 euro per viaggiare col treno veloce. Sono 15 anni che attendo una chiamata per l’assunzione. E il paradosso vuole che nel salernitano non ho mai lavorato nonostante quattro concorsi vinti e abilitazioni. Credo che il governo debba fare qualcosa. Si perde il contatto con la famiglia se siamo costrette, noi mamme, a lavorare fuori. Facciamo sacrifici immensi per tornare a casa di sera”.

“Un altro anno di sacrificio mi pesa”

Nemmeno quest’anno è arrivata l’agognata chiamata: “Sono disperata. Non so come fare. Ho un accumulo di tensione indescrivibile. E sono stata male. Ho fatto 15 anni fuori. Ma un altro anno di sacrificio e distanze mi pesa. Quest’anno il Provveditorato ha nominato in ruolo 44 precari, 22 dalle graduatorie del concorso, 22 dalle Gae, io ero 49esima e sono stata beffata ancora una volta. Ma io dico: vi servono gli insegnanti? Perché non assumere tutti e ricorrere ancora ai supplenti?”.

“Ho 2 figlie di 19 anni e 22 anni a Cava dei Tirreni. Quindici anni fa avevano 3 anni e 6 anni. Non ho vissuto la loro infanzia. E sono diventate donne. Non ho potuto seguirle. E sto male per questo. Soffro come mamma prima ancora che come eterna precaria della scuola pubblica con quattro concorsi vinti alle spalle negli anni Novanta”, ha concluso con profonda amarezza.

Anche quest’anno moltissimi supplenti a scuola

Come abbiamo spiegato, i nuovi assunti quest’anno non saranno neppure 51 mila: se va bene, ha spiegato il direttore generale del ministero ai sindacati, i nuovi arrivati con il contratto a tempo indeterminato saranno quest’anno 40 mila. La metà delle cattedre non avrà il suo docente di ruolo. Si tratta di un dato in linea con quello che è successo gli anni scorsi.

Giuseppe D’Aprile, segretario generale Uil Scuola ha sottolineato quali sono i rischi e le conseguenze del precariato: “Dai primi dati territoriali le immissioni in ruolo non raggiungeranno neanche la copertura del 50% dei posti disponibili (81.000). Una scuola con oltre 200 mila supplenti è un danno per i precari ma soprattutto per gli alunni. Rischiano di cambiare anche tre docenti all’inizio dell’anno sulla stessa disciplina”.