Categorie: Personale

Docenti con orario da metalmeccanici?

Questa la sintesi dell’intervento di Antonio Deiara che argomenta: “Gentile Severgnini, se lei cortesemente permette, spiego io, docente non metalmeccanico da soli trentacinque anni, perché i professori, in Italia, sono malpagati. Il problema nasce dall’orario di lavoro: le 18 ore di lezione in aula rappresentano meno della metà delle ore che un insegnante deve impiegare settimanalmente in termini lavorativi in cambio dello stipendio. Stiamo parlando di lavoro ‘nero’, cioè nascosto. Facciamolo venire alla luce e attribuiamo ai professori che firmeranno un contratto di 36 ore settimanali ‘ufficiali’, cioè col cartellino, e ferie uguali a quelle degli altri dipendenti pubblici, uno stipendio europeo”.

Secondo il professor Deiara se ne potrà trarre solo giovamento: “Otterremo tre risultati: i docenti più motivati opteranno per tale contratto e nascerà una ‘Nuova Scuola’, sicuramente migliore; finiranno le proteste dei ‘benpensanti’ e le ‘lamentazioni’ degli insegnanti; lo Stato non avrà più alibi per negare le risorse necessarie per riqualificare i locali scolastici, ottimizzare l’erogazione del servizio ‘istruzione’, concretizzare la riduzione del numero di alunni per classe, programmare l’ingresso stabile degli abilitati nei diversi ambiti disciplinari alle elementari, deliberare l’incremento del personale docente e Ata”.

Chi contrappone i docenti ai metalmeccanici lo fa da incompetente di scuola: “Che tristezza contrapporre un lavoratore all’altro… Ho rispetto per la categoria dei metalmeccanici e, da ‘incompetente’ in materia, non mi permetto di esprimere parere alcuno sul loro lavoro o stipendio. Parimenti, ritengo fuorviante che, in un clima da ‘Bar dello Sport’, persone assolutamente ‘incompetenti’ rispetto ai problemi legislativi, organizzativi e gestionali della scuola esprimano pareri dettati dall’“ignoranza” e dal livore instillato in anni e anni di campagne denigratorie e diffamatorie contro gli insegnanti. Si abbia il coraggio di licenziare i “pelandroni” della scuola (piccola minoranza rumorosa in termini mediatici…) visto che le norme lo consentono da tempo e, con eguale determinazione, i ‘pelandroni’ degli altri settori del pubblico impiego, dirigenti e funzionari incompetenti (magari di nomina politica o familiare o d’alcova) compresi! Sfido ad un pubblico dibattito, anche televisivo, chiunque voglia confutare le mie proposte, compreso il Presidente del Consiglio, il Ministro dell’Istruzione e/o il loro staff”.

Ma segue l’intervento sarcastico di un altro lettore, Alessio Manfredi: “Caro Beppe, in poche settimane di discussione, il forum ‘Italians’ ha già trovato la soluzione ideale all’annoso problema della scuola. Nessun politico, sindacalista, analista, politologo, economista, prima dell’Italian Antonio Deiara era stato in grado di escogitare la più ovvia, semplice, lineare, lapalissiana eppure geniale delle soluzioni: proponiamo agli insegnanti di stare dentro la loro scuola per 36 ore la settimana e di rinunciare a una cinquantina di giorni di vacanza, in cambio di un aumento di stipendio del 10% (per portarli al livello dei metalmeccanici). Siamo tutti certi che essi accetteranno unanimi ed entusiasti”.

Trentasei ore settimanali con stipendi europei. Rinuncia a “50 giorni” di vacanza e ferie scaglionate durante tutto l’anno, magari quando le vacanze costano meno che in estate. Metalmeccanizziamoci. Chi ci sta?

Silvana La Porta

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