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Docenti di sostegno, Valditara: solo i neo assunti dovranno stare fermi 3 anni nella stessa scuola, i precari potranno dire ‘no’ all’ok dei genitori

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Niente “sconti” ai docenti di sostegno neo assunti: al fine di garantire la continuità didattica, dovranno rimanere almeno tre anni nella scuola dove sono stati immessi in ruolo. Mentre per i precari, sempre su sostegno anche se non specializzati, l’ultima parola, dopo il via libera delle famiglie, spetterà ai diretti interessati: potranno decidere di rimanere un triennio sulla stessa sede scolastica, ma potranno anche rifiutare.  A sottolineare la differenza tra gli insegnanti di didattica speciale, di ruolo e non, è stato il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara: in una intervista al portale Skuola.net, il numero uno del dicastero bianco ha detto che “sui posti di sostegno, per quanto riguarda le assunzioni di docenti di ruolo, abbiamo previsto la permanenza per tre anni nella sede. Quindi i neo assunti, quei 13.000 insegnanti di sostegno che sono stati arruolati nel 2023, dovranno rimanere sulla loro sede per un triennio”.

Quindi, il Ministro ha tenuto a specificare che l’amministrazione scolastica e il Governo hanno intenzione di “estendere tale meccanismo anche agli insegnanti precari. Laddove i genitori, le famiglie saranno soddisfatti della relazione che si è instaurata con lo studente, si potrà chiedere alla scuola di confermare per tre anni il docente di sostegno, ovviamente laddove lui sia d’accordo“, ha sottolineato Valditara.

Come abbiamo già avuto modo di scrivere, l’idea di contrattualizzare i docenti non di ruolo di sostegno solo se graditi dai genitori degli alunni ha trovato conferma nel decreto Milleproroghe, dove si spiega che per favorire la serenità della relazione educativa tra studenti con disabilità e docenti, su richiesta delle famiglie, i precari, anche senza specializzazione (con tre anni di servizio o chiamati da Gae/GPS) ogni anno potranno essere confermati nelle supplenze al 30 giugno col via libera delle famiglie.

Nessun riferimento, da parte del ministro dell’Istruzione e del Merito, invece rispetto alla decisione di questa amministrazione scolastica di non immettere più in ruolo dalla prima fascia sostegno delle Gps: evidentemente, dopo la bocciatura degli emendamenti, sempre al dl Milleproroghe, che chiedevano il mantenimento della procedura in vigore dal 2021, il capitolo per l’anno in corso si può considerare oramai chiuso. Sindacati permettendo.