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Docenti fragili, lo smart working è un diritto

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Sono Raffaella Sfregola, ho 46 anni e sei anni fa ho iniziato ad avere problemi di salute. La malattia mi è stata diagnosticata dopo due anni dall’inizio dei sintomi ed attualmente sono una lavoratrice fragile in trattamento con immunoterapia, compresse di cortisone ed altri farmaci. La malattia ha stravolto la mia vita e mi ha cambiata a tal punto che quasi stento a riconoscermi nell’immagine di me riflessa dallo specchio. Sono cambiati i miei ritmi di vita e di chi mi sta accanto, ad esempio al mattino devo alzarmi dal letto almeno 45 minuti prima rispetto al mio precedente orario solito, perché impiego più tempo nel compiere i normali atti del vivere normale, in quanto sono meno agile di un tempo e la terapia che eseguo mi ha tolto la sensibilità alle mani, che alcune volte formicolano, altre volte improvvisamente “bruciano”, come se una parte delle mani o le mie dita avessero toccato una cosa rovente.

In piena pandemia nessuno sapeva darci indicazioni in merito a quello che dovevamo fare e perciò ho formato un gruppo su Facebook LAVORATORI FRAGILI & INIDONEI (oncologici, immunodepressi, lavoratori in possesso della legge 104 art. 3 comma 3, genitori con figli disabili gravi etc.. etc…) che nasce con lo scopo di condividere più informazioni possibili, nel periodo di pandemia, tra lavoratori cosiddetti fragili, inidonei e caregivers.

Ci siamo scambiati informazioni in merito alle disabilità e ho scoperto che l’Italia non ha correttamente trasposto l’art. 5 della Direttiva 2000/78/CE in materia di provvedimenti da adottarsi da parte di tutti i datori di lavoro in favore dei lavoratori “disabili”, ovvero direttive in merito agli accomodamenti ragionevoli.

Gli accomodamenti ragionevoli sono soluzioni che i datori di lavoro devono adottare per assicurare alle persone con disabilità il diritto al lavoro per garantirne il godimento e l’esercizio, su base di uguaglianza con gli altri. Esempio di accomodamenti ragionevoli sono: smart working, abbattimento delle barriere architettoniche sul posto di lavoro, quali rampe di scale per l’accesso al luogo di lavoro, adattare le postazioni di lavoro, dotarle di ausili tecnologici etc… etc…

Si tratta di strumenti di facilitazione ed integrazione lavorativa per le persone con disabilità. A tal proposito l’Italia è stata multata, sentenza della Corte di giustizia del 04/07/2013. Pochi mesi dopo la sentenza della Corte di giustizia, l’Italia recepisce interamente la normativa europea, ma si “dimentica” dei decreti attuativi, demandandoli alle regioni. Le regioni hanno attuato questa norma europea recepita in Italia? La risposta è NO.

Come si può applicare una legge senza i decreti attuativi? La Sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato della Corte dei conti, nella relazione su “La gestione del Fondo per il diritto al lavoro dei disabili (2016-2021)”, approvata con Delibera n. 9/2022/G, recita testuali parole: “Un’attenzione specifica, inoltre, è richiesta alle amministrazioni interessate ai cosiddetti “accomodamenti ragionevoli” obbligatori, la cui realizzazione, demandata alle regioni, è a rischio di disomogeneità geografica per la mancata definizione, a livello nazionale, dei livelli essenziali di prestazioni (Lep)…”

Dal 2020 al 2022, nonostante in Italia si siano succeduti vari Governi, i lavoratori fragili stanno ancora elemosinando un diritto. È davvero assurdo sentir parlare il Ministro Orlando ed il Governo di voler “concedere” ai lavoratori fragili lo smart working fino a dicembre 2022. In verità lo smart working non è una concessione a scadenza, come vogliono fare intendere, bensì è un diritto che ci viene negato dal 2020, nonostante rientri negli accomodamenti ragionevoli delle direttive europee. A tal proposito, il 16 luglio 2022 ho sporto denuncia alla Commissione Europea e spero che si prenda in considerazione tale denuncia ed intrapresi con urgenza i dovuti provvedimenti.

Raffaella Sfregola, gruppo Facebook LAVORATORI FRAGILI & INIDONEI