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Docenti Ssis, sciopero e manifestazione a Montecitorio

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Il mondo della scuola è ancora una volta alle prese con scioperi e manifestazioni. Il 12 aprile è stata la volta degli abilitati provenienti dalle scuole universitarie di specializzazione per l’insegnamento nella scuola secondaria, più note come Ssis, e dalle Facoltà di Scienze della formazione primaria. I docenti si sono riuniti a Roma in una manifestazione nazionale davanti a Montecitorio per chiedere maggiori prospettive lavorative, ad iniziare dall’istituzione di una quota di posti a loro riservata ai fini delle immissioni in ruolo: un "vuoto temporale" senza docenti specializzati in ruolo causato dal decreto legislativo della riforma Moratti che riguarda la formazione e il reclutamento dei professori.
Secondo l’Anp, l’Associazione nazionale dei dirigenti e delle alte professionalità della scuola, che ha indetto la mobilitazione, la riforma Moratti, all’esame del Parlamento, affiderebbe la formazione dei futuri docenti specializzati ad appositi corsi di laurea a numero chiuso non tenendo conto in alcun modo di tutti quelli che si sono già formati con il sistema attuale. I cosiddetti sissini chiedono al Governo di modificare lo schema di decreto legislativo attuativo dell’art. 5 delle legge n. 53/2003, già approvato dal Consiglio dei ministri in prima lettura il 23 febbraio scorso, considerato troppo favorevole ai loro competitori, i precari storici.
E’ questo il pericolo che paventa in una nota la stessa associazione, secondo cui "si rischia un enorme spreco di risorse e la mortificazione delle legittime aspettative" di quegli insegnanti che si sono formati nelle Scuole di specializzazione dell’istruzione secondaria (Ssis) e nei corsi di laurea in Scienze della Formazione primaria.
"I docenti ‘figli’ della nuova riforma usciranno dalle Università solo tra qualche anno e nel frattempo quelli già specializzati saranno costretti a rimanere parcheggiati nelle interminabili graduatorie degli insegnanti precari", ha spiegato Giorgio Rembado, presidente dell’Anp.
Alla protesta hanno aderito anche l’Anief (Associazione Nazionale Insegnanti ed Educatori in Formazione) e l’Anadoss (Associazione Nazionale Docenti Specializzati e Specializzandi).