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Dove sta andando l’insegnamento delle scienze motorie?

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Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Gennaro Palmisciano, dirigente ispettore tecnico del Ministero dell’Istruzione e del Merito il seguente contributo sui concorsi per il personale docente e in particolare su quello di educazione fisica.

Con la pubblicazione il 6 dicembre 2023 del bando nazionale, si è avviata la procedura concorsuale su base regionale, per titoli ed esami, per l’accesso ai ruoli, su posto comune e di sostegno, del personale docente della scuola secondaria di primo e di secondo grado.

Nell’Allegato 1 del bando sono riportati in dettaglio i posti vacanti nell’anno scolastico 2023/2024, messi a concorso.

Così si può scoprire che nella scuola secondaria di primo grado esiste una classe di concorso, scienze motorie nella scuola secondaria di primo grado, a cui corrisponde, stando alle Indicazioni Nazionali del 2012 aggiornate nel 2018, l’insegnamento dell’Educazione Fisica nella scuola secondaria di primo grado.

La domanda sorge spontanea, avrebbe detto Antonio Lubrano, Scienze motorie o Educazione Fisica?

Il problema è solo italiano, perché nel resto del mondo si parla di physical education (PE). Anche i cugini d’oltralpe adottano la locuzione education physique, vantandosi che il termine sia stato usato in una pubblicazione per la prima volta proprio in Francia, nel 1762, citando un libro pubblicato a Parigi, Dissertation sur l’Education Physique des Enfans, Depuis Leur Naissance Jusqu’à l’Âge de Puberté: Ouvrage Qui A Remporté le Prix le 21 Mai 1762, à la Société Hollandoise des Sciences.

Non è soltanto più una questione di forma che di sostanza, ma anche e soprattutto sembra sottendere un’altra domanda molto più importante: dove sta andando l’insegnamento delle scienze motorie?

Dico questo perché si sono appena svolti due importanti eventi, gli Stati Generali delle Scienze Motorie e Sportive a Roma, e il Congresso Nazionale della Società italiana Scienze Motorie e Sportive a Napoli, che consentono di tracciare alcuni punti.

Si è evidenziato, a partire dal periodo pandemico, un cambiamento della provenienza degli iscritti alle lauree magistrali in Scienze motorie LM47, con un consistente aumento di candidati dalle triennali di Economia.

Le due direttrici fondamentali delle Scienze motorie restano “Scuola e Sport” e “Salute, Ricerca e Istituzioni”, con un’evoluzione continua: aumenta il ruolo delle nuove tecnologie nel primo campo, mentre nel secondo campo si pone il problema di come fronteggiare quella che appare un’epidemia di obesità che affligge sempre più la nazione italiana.

Numerose le criticità emerse, tra le quali il gravoso problema dovuto alla mancanza di una chiara identificazione delle tematiche proprie delle scienze motorie nell’ambito dei settori European Research Council (ERC), che rende difficile l’accesso ai finanziamenti di progetti in ambito motorio e sportivo.

Non sono più rinviabili la rielaborazione dei saperi del percorso di Laurea triennale in Scienze Motorie con particolare riguardo all’inserimento degli insegnamenti per l’educazione motoria, la revisione della formazione iniziale dei nuovi insegnanti con riferimento alle abilitazioni (soprattutto in Educazione motoria), l’inserimento a regime dell’Educazione Fisica nella Scuola dell’Infanzia e nella Scuola Primaria e la riorganizzazione dello sport scolastico, alla luce, tra l’altro, dei progetti dei Nuovi Giochi della Gioventù.

Sta per essere avviata una sperimentazione nazionale sulle scuole medie ad indirizzo sportivo, mentre resta da superare il contingentamento delle sezioni di indirizzo sportivo di liceo. Le sezioni di liceo sportivo sono limitate ad una per istituto e ancora ad una per provincia, sulla base di una norma che è superata e non ha più ragione di esistere, tant’è che le deroghe (deliberate a livello regionale) hanno riguardato la maggior parte degli istituti italiani.

Bisogna avviare a livello accademico la riconduzione dei saperi disciplinari delle Scienze Motorie e Sportive nell’ambito delle Life Sciences e la definizione univoca delle figure professionali dei Laureati triennali e Magistrali di Scienze Motorie. La stessa Riforma dello sport 2023 ha identificato nei laureati in Scienze motorie quei cinesiologi, che sarebbero gli operatori qualificati in tutti i campi delle scienze motorie, senza identificare però alcuna sanzione per chi non si avvalesse dei laureati in materia. Di fatto così è una norma imperfetta, che non serve allo scopo.

Ulteriore prospettiva strategica è il rapporto tra le Scienze Motorie e la pratica sportiva a tutti i livelli, in una visione integrata ed olistica del fenomeno sportivo, dalla pratica di base allo sport di vertice, includendo gli aspetti manageriali e quelli economico-finanziari.

In ultimo, ma non per importanza, va opportunamente qualificato il ruolo professionale del laureato, sottolineando la necessità di un suo opportuno e chiaramente delimitato riconoscimento come figura sociosanitaria che possa dialogare con i professionisti sanitari nell’ambito della prevenzione a tutto tondo, da quella primaria, pienamente riconosciuta, a quella secondaria e terziaria, da definire sulla base degli incoraggianti risultati ottenuti nelle “Palestre della Salute”, attivate nelle regioni pilota (Veneto, Umbria, Abruzzo, Toscana) e da portare a sistema in tutta Italia.

Gennaro Palmisciano

Bibliografia essenziale

G. Palmisciano, Insegnare Scienze Motorie, 2023

J. Ballexerd, Dissertazione Sull’educazione Fisica de’ Fanciulli Dalla Loro Nascita Fino Alla Pubertà, Maggio 1762.

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