Edilizia scolastica: se fosse vero…

Venerdì 10 aprile il Governo ha approvato il Def (Documento di Economia e Finanza). Pare che siano scomparsi 489 milioni per l’edilizia scolastica. Ciò significa scuole meno sicure. Se il taglio venisse confermato, avremmo la conferma di una politica miope, schiacciata sul presente nella quale è assente ogni idea di futuro, di pensiero lungo.

La caratteristica di questa visione prospettica, mal si concilia con i tempi quinquennali della politica, identificati con la durata di una legislatura. Volando più altro, si può dire che i nostri governanti siano allergici ad un’impostazione scientifica dei problemi, dove l’analisi è seguita da una serie di intuizioni che si traducono rapidamente in decisioni finalizzate a ridurre al minimo i rischi, ad evitare il più possibile le emergenze. Nel caso specifico questa decisione risulterebbe ancora più inquietante e preoccupante, perché coinvolge la vita di alunni, studenti e personale della scuola, salvo poi recuperare “questo tesoretto” dopo l’evento tragico. La cronaca di questi giorni ci presenta alcuni esempi di questa incapacità di progettare, di “creare un futuro sicuro”. Parliamo del taglio del personale di vigilanza al Tribunale di Milano con la conseguenza che fino a qualche giorno fa era possibile entrare nell’edificio senza adeguati controlli; parliamo della morte del ragazzo a Roma lungo una rotatoria, ritenuta dai residenti pericolosa. Se a questa lista aggiungiamo i periodici disastri dovuti a esondazioni di fiumi, a terremoti siamo di fronte ad un atteggiamento del “speriamo che me la cavi”.

Mi auguro che il Presidente Renzi, ripristini queste risorse per l’edilizia scolastica, dimostrando con i fatti di ritenere la scuola un elemento strategico per il rilancio del Paese, che inizia ponendo in sicurezza tutti gli edifici scolastici e poi proponendo adeguate riforme scolastiche. I segnali di una “retrocessione” della scuola nelle ultime posizioni tra le priorità del Presidente Renzi non incoraggiano all’ottimismo. Mi riferisco alla cancellazione delle sue visite settimanali alle scuole, al ritardo di presentazione al Parlamento del Disegno di Legge sulla “Buona Scuola” (pessima, ma sempre una riforma). Mi auguro di non dover leggere notizie di crolli con il coinvolgimento fisico di alunni, studenti e personale scolastico e le conseguenti dichiarazioni politiche dettate dall’emergenza o più semplicemente dal detto “ chiudere il recinto, dopo che i buoi sono scappati”. 

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