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Educazione ambientale inesistente

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Sono a dir poco sconcertanti i risultati di un’inchiesta condotta dalla rivista "Terra" e pubblicati nel numero che andrà in edicola nei prossimi giorni.
L’indagine, che riguarda gli atteggiamenti e le opinioni dei docenti, in fatto di educazione ambientale, è stata condotta su un campione di 420 insegnanti di scuola media inferiore e superiore.
Il 27% degli insegnanti afferma infatti di non parlare ”mai” in classe di temi ambientali; il 22% si giustifica sostenendo che ”non è previsto dai programmi ministeriali”, mentre il 19%  ne parla raramente e solo se vengono fatte domande specifiche. L’8% degli intervistati sostiene che il tema dell’educazione ambientale non è attinente alla materia che insegna.
A dichiarare di dedicare una parte delle ore di lezione a problematiche ambientali è solamente il 6% degli insegnanti: una percentuale davvero esigua che fa concludere agli estensori del rapporto che, almeno in educazione ambientale, il 70% per cento dei docenti italiani andrebbe bocciato senza appello.
D’altronde le risposte fornite ad alcune specifiche domande sembrano avvalorare questa sgradevole conclusione:  per molti insegnanti, infatti, il "buco nell’ozono" è un danno provocato dall’eclisse mentre la raccolta differenziata sarebbe  ”un metodo di raccolta di firme per i referendum anti-inquinamento”.
E, per molti dei professori intervistati,  gli studenti che, in qualche maniera, parlano o si interessano di ambiente sarebbero solo dei ”sognatori idealisti” o addirittura dei ”perditempo”.
Venuto a conoscenza dei i risultati dell’inchiesta, il senatore dei Verdi Athos De Luca ha subito scritto al Ministro della Pubblica Istruzione Berlinguer chiedendogli di far realizzare un’indagine conoscitiva dai Provveditori per appurare se i dati rilevati dalla rivista siano veri. Sono a dir poco sconcertanti i risultati di un’inchiesta condotta dalla rivista "Terra" e pubblicati nel numero che andrà in edicola nei prossimi giorni.
L’indagine, che riguarda gli atteggiamenti e le opinioni dei docenti, in fatto di educazione ambientale, è stata condotta su un campione di 420 insegnanti di scuola media inferiore e superiore.
Il 27% degli insegnanti afferma infatti di non parlare ”mai” in classe di temi ambientali; il 22% si giustifica sostenendo che ”non è previsto dai programmi ministeriali”, mentre il 19%  ne parla raramente e solo se vengono fatte domande specifiche. L’8% degli intervistati sostiene che il tema dell’educazione ambientale non è attinente alla materia che insegna.
A dichiarare di dedicare una parte delle ore di lezione a problematiche ambientali è solamente il 6% degli insegnanti: una percentuale davvero esigua che fa concludere agli estensori del rapporto che, almeno in educazione ambientale, il 70% per cento dei docenti italiani andrebbe bocciato senza appello.
D’altronde le risposte fornite ad alcune specifiche domande sembrano avvalorare questa sgradevole conclusione:  per molti insegnanti, infatti, il "buco nell’ozono" è un danno provocato dall’eclisse mentre la raccolta differenziata sarebbe  ”un metodo di raccolta di firme per i referendum anti-inquinamento”.
E, per molti dei professori intervistati,  gli studenti che, in qualche maniera, parlano o si interessano di ambiente sarebbero solo dei ”sognatori idealisti” o addirittura dei ”perditempo”.
Venuto a conoscenza dei i risultati dell’inchiesta, il senatore dei Verdi Athos De Luca ha subito scritto al Ministro della Pubblica Istruzione Berlinguer chiedendogli di far realizzare un’indagine conoscitiva dai Provveditori per appurare se i dati rilevati dalla rivista siano veri.