Home Politica scolastica Educazione civica: si parte da settembre ma con poche risorse

Educazione civica: si parte da settembre ma con poche risorse

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A partire dal prossimo settembre l’insegnamento di “Cittadinanza e Costituzione” potrebbe cambiare in modo significativo: lo prevede un disegno di legge sul quale si è arrivati in Commissione Cultura della Camera ad un testo unificato derivante da proposte di parlamentari dei diversi schieramenti.

Abrogazione del “decreto Gelmini” del 2008

Il primo dato importante è che viene abrogato il “vecchio” articolo  1 del decreto legge Gelmini del settembre 2008, proprio quello che aveva istituito “Cittadinanza e Costituzione” da attivarsi nell’ambito dell’area disciplinare storico-sociale.
Le nuove norme prevedono un impianto diverso da quello in vigore perché stabiliscono anche contenuti ben precisi ed elencati all’articolo 3 dedicato proprio a “competenze e obiettivi di apprendimento”:

  1. Costituzione, istituzioni dello Stato italiano, dell’Unione europea e degli organismi internazionali; storia della bandiera e dell’inno nazionale
  2. Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile;
  3. educazione alla cittadinanza digitale;
  4. elementi fondamentali di diritto, con particolare riguardo al diritto del lavoro;
  5. educazione ambientale, sviluppo eco-sostenibile e tutela del patrimonio ambientale, delle identità, delle produzioni e delle eccellenze territoriali e agroalimentari;
  6. educazione alla legalità;
  7. educazione al rispetto e alla valorizzazione del patrimonio culturale e dei beni pubblici comuni.“A fondamento dell’insegnamento dell’educazione civica – si legge ancora nel ddl – è posta la conoscenza della Costituzione italiana. Gli alunni devono avvicinarsi ai contenuti della Carta costituzionale sia nella scuola dell’infanzia e del primo ciclo, sia in quella del secondo ciclo, per sviluppare competenze ispirate ai valori della responsabilità, della legalità, della partecipazione e della solidarietà”.

Altre novità

L’articolo 5 introduce anche l’educazione alla cittadinanza digitale finalizzata in particolare a fornire agli alunni conoscenze e competenze necessarie per “muoversi” in modo corretto e responsabile all’interno dei nuovi scenari della comunicazione e dell’informazione.
Le novità non si fermano qui, perché per l’insegnamento dell’educazione civica sarà prevista anche una apposita valutazione anche se non si parla né di orario aggiuntivo (le 33 ore annue dovranno infatti essere ricavate riducendo altri insegnamenti) né di ulteriori dotazioni organiche.
Il ddl prevede anche un piano di formazione rivolto a tutti i docenti, da finanziare utilizzando una parte delle risorse stanziate dalla legge 107 (4 milioni di euro, per la precisione).
Un altro aspetto non trascurabile riguarda il rapporto con le famiglie. L’articolo 7 stabilisce infatti: “Al fine di valorizzare l’insegnamento trasversale di educazione civica e di sensibilizzare gli studenti alla cittadinanza responsabile, la scuola rafforza la collaborazione con le famiglie, anche integrando il Patto di Corresponsabilità di cui all’articolo 5-bis del decreto del Presidente della Repubblica 24 giugno 1998, n. 249, estendendolo alla scuola primaria”.

Il provvedimento verrà esaminato dalla Commissione Cultura della Camera nella seduta del 18 aprile, mentre il passaggio in aula è già programmato per i giorni 29 e 30.
Se tutto andrà per il meglio, nel mese di maggio potrebbe essere esaminato dal Senato.

Il commento del deputato Gabriele Toccafondi

Non è del tutto convinto della bontà dell’operazione il deputato del Gruppo Misto Gabriele Toccafondi che osserva: “Torna l’educazione civica a scuola. Bene! Torna con la valutazione. Bene! Torna senza un euro, senza assumere nessuno, con 33 ore fatte con insegnamento trasversale, senza formazione (o quasi), a costo zero, lasciando il tema al buon cuore e impegno dei docenti e dei dirigenti. E tutto questo non è un bene. Sembra più un titolo di giornale che una cosa seria…”