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Educazione e scuola: andare oltre i luoghi comuni

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Da tempo, lo sappiamo, è in crisi la funzione simbolica delle istituzioni. Nella scuola, istituzione ormai indebolita da anni di concorrenza e mercatizzazione, prevale l’associazione tra controllo tecnocratico e debole organizzazione. L’insegnante ha sempre più la consapevolezza di non poter più contare sul sostegno dell’istituzione ma solo sulle sue forze. Il clima concorrenziale ha contagiato anche le famiglie: negli ultimi anni abbiamo visto nascere molte iniziative di “scuole alternative” all’istruzione pubblica. La scuola pubblica attuale viene giudicata troppo rigida, poco attenta allo “sviluppo naturale del bambino” e ai suoi interessi, ossessionata da continue prove di valutazione che invece di motivare favorirebbero il cinismo e la competizione.

Il termine ricorrente è “libertà di”, un “valore” che si ritiene non venga più soddisfatto nella scuola pubblica. Il successo delle pubblicazioni di Celine Alvarez, insegnante francese, e delle conferenze di vedettes internazionali dello show business della pedagogia come Ken Robinson (conferenziere del Technology Entertainement Design) confermano la capacità di penetrazione di facili luoghi comuni in una società in cui il verbo “approfondire” sembra aver perso ogni significato. I luoghi comuni non sono però solo un fenomeno di oggi.

Era stato Adolphe Ferrière (un protagonista della “scuola attiva”) a scrivere circa un secolo fa questi slogan: “La scuola è stata creata su indicazione del diavolo. Il bambino ama la natura: è stato parcheggiato in stanze chiuse. Il bambino vuol vedere che la sua attività sia servita a qualcosa: si è fatto in modo che non avesse alcuno scopo, ecc.” Qui, naturalmente, a parlare è l’anima mitologica del movimento dell’Éducation Nouvelle, impegnata a diffondere a favore di una grande utopia pedagogica: formare l’uomo nuovo capace di vivere in pace con gli altri dopo le tragedie della prima guerra mondiale.

Il movimento dell’Éducation Nouvelle però, non si era limitato a coniare slogan efficaci. Aveva affrontato concretamente i temi chiave dell’educazione sperimentando metodi attivi, lavorando sull’interesse e sulla motivazione, proponendo situazioni educative finalizzate, sperimentando nuove modalità organizzative che tenessero conto delle differenze individuali. E dunque necessario chiarire agli insegnanti di oggi alcuni concetti e le pratiche conseguenti alla luce delle pratiche messe in atto dagli esponenti principali dell’Éducation Nouvelle.

Che cosa sono i metodi attivi? Che cosa vuol dire lavorare sulla motivazione? Qual è il modo migliore per individualizzare gli apprendimenti tenendo conto delle differenze? È corretta l’opinione diffusa opinione diffusa, tracimata anche nella scuola, secondo cui i merito e meritocrazia fondino la giustizia sociale?

Questi temi verranno approfonditi nel prossimo seminario online dell’iniziativa #scuolasocietabenecomune dal titolo “Educazione a scuola: andare oltre i luoghi comuni” che si terrà il 19 Marzo dalle ore 17 alle ore 19.

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