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Educazione occidentale sotto assedio?

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L’educazione occidentale è peccato”: è questa la traduzione del nome in lingua Hausa di “Boko Haram”, gruppo islamico terroristico salito alla ribalta delle cronache internazionali in seguito alle ripetute violenze contro i cristiani in Nigeria negli ultimi anni. La Nigeria è il Paese africano più popoloso e più ricco di petrolio. Diviso geograficamente tra il sud prevalentemente cristiano e animista e il nord a maggioranza musulmana, pur lasciando la popolazione in miseria per decenni la convivenza tra le diverse etnie e religioni non aveva creato grandi problemi. Ma dall’inizio della sanguinosa “guerra santa” scatenata dai fondamentalisti Boko Haram nel 2009 la situazione è inesorabilmente degenerata in omicidi di massa, stupri e sevizie, attacchi alle scuole “occidentali” (cioè non coraniche). Quindi l’istruzione occidentale è sotto il mirino del terrorismo islamico, perché come spiega la britannica BBCle linee guida che segue il gruppo Boko Haram condannano fortemente, e al massimo della pena, tutti i musulmani che prendono parte a qualsiasi tipo di attività politica o sociale che viene associata al mondo occidentale, siano queste la partecipazione al processo elettorale, l’indossare magliette e jeans o la somministrazione di un’istruzione laicista.

Per quanto riguarda il modello educativo cinese si può leggere un libro in difesa dei metodi educativi cinesi, contrapposti a quelli occidentali, scritto da Amy Chua, professoressa di legge a Yale. A tal proposito in uno studio su 50 madri americane e 48 madri cinesi immigrate, quasi il 70% delle madri occidentali afferma che «insistere sul successo scolastico non è un bene per i bambini» e che «i genitori devono promuovere l’idea che l’apprendimento è divertente».

Al contrario, poco più dello 0% delle madri cinesi la pensa così. La stragrande maggioranza delle madri cinesi, invece, ha detto di ritenere che i propri figli possono essere «i migliori» studenti, che «il successo accademico riflette il successo dei genitori», e che se i bambini non sono stati studenti eccellenti allora significa che c’è stato «un problema» e che i genitori «non stavano facendo il loro lavoro».