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Educazione sessuale a scuola, identità di genere e ruolo dei docenti: nel Regno Unito si discute su una guida per le scuole

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Le nuove attività di sensibilizzazioni afferenti ai nuovi equilibri “sex-gender systems” risultano oramai intraprese dalle istituzioni dei paesi dell’Occidente con il fine di rendere nota la grande ed ampia discrepanza che persiste tra genere e sesso biologico dell’individuo, specie in una fase di costituzione critica, identitaria e sessuale dello stesso durante l’adolescenza. La scuola, come istituzione educativa ed al passo con i cambiamenti sociali, ha il dovere di monitorare e sensibilizzare le famiglie circa l’identità di genere ed i nuovi sviluppi del tema, oramai dalle accesissime tonalità marcate da discussioni politiche.

Quale, dunque, il rapporto tra famiglie, scuola e docenti in tal senso? La risposta al quesito rientra, più in generale, nell’insegnamento dell’educazione sessuale nelle scuole europee: Per alcuni dei paesi questo è ancora visto dalle masse e dai docenti come un tabù, mentre in altre è parte integrante dell’offerta formativa. Nei moduli affrontati spicca il tema dell’identità di genere: le scuole, in particolari quelle anglosassoni, si fanno promotrici del cambio di approccio alle tematiche, invitando le famiglie alla consapevolezza ed alla sensibilizzazione sul tema. La reazione, specie nei luoghi ove il dibattito pubblico sul tema si fa sempre più presente e pressante, è spesso di indifferenza alle tematiche prese in esame o l’ostilità più assoluta. Quale il ruolo che deve assumere il corpo docente per condurre una corretta sensibilizzazione delle famiglie sul tema?

Insofferenza e dibattito, il caso anglosassone. Fa discutere l’introduzione di una guida ministeriale

Gli insegnanti in Inghilterra avvertono che l’identità dei giovani potrebbe essere influenzata se il governo va avanti con nuove linee guida che costringono le scuole a informare i genitori se i loro figli mettono in dubbio il loro genere e le eventualità successive. I leader sindacali hanno accusato i ministri di aver cercato di infiammare una guerra culturale sulle questioni di genere nelle scuole per distrarre dal loro “spaventoso record di sottofinanziamento, erosione salariale e carenza di insegnanti”.

Tutti i sindacati in Inghilterra hanno rifiutato l’ultima offerta di retribuzione del governo per gli insegnanti e sono previsti nuovi scioperi per giovedì e martedì 2 maggio. Si dice che il governo sia pronto a introdurre una guida che stabilisca che le scuole in Inghilterra devono informare i genitori se un giovane cerca di cambiare il proprio nome o inizia a indossare un’uniforme diversa.

Gli insegnanti verrebbero formati a non utilizzare un nuovo nome o pronome su richiesta di un alunno fino a quando non avranno ottenuto il consenso dei genitori. Molti insegnanti hanno paura di esprimere apertamente le loro preoccupazioni perché il dibattito sulle questioni di genere è diventato molto acceso. Ma alcuni hanno parlato con l’Observer a condizione di anonimato. L’ex preside di un college di prima media, che ora è consulente per l’istruzione, ha dichiarato apertamente che: “I problemi di salvaguardia qui sono reali. Un venerdì stavo lavorando fino a tardi ed è arrivato un ragazzo che era stato davvero distrutto dopo aver detto ai genitori di essere transgender. Il college era l’unico posto in cui si sentiva al sicuro. Ha accusato il governo di creare un ‘clima di paura’ in cui i giovani non sentivano più di potersi rivolgere agli insegnanti per avere sostegno.”

E in Italia?

Occorre percorrere storicamente e senza alcuna deriva il percorso d’inserimento dell’identità di genere nella scuola italiana partendo da importanti risultati dell’Unione Europea ad Istanbul, nello scorso 2021. L’omonima Convenzione sottoscritta ed adottata dagli stati membri mette in condizione di reato non solo meramente morale, ma anche giuridico coloro che si macchiano di violenza di genere. A tal proposito, le autorità europee esortano i singoli paesi, con la dovuta pressione, a sensibilizzare la popolazione circa il complesso tema delle identità di genere e la relativa, dopo acute riflessioni, adozione in termini legali.

Mentre in Florida, come già redatto in articoli della Tecnica, se ne vietano corsi e lezioni sino all’accesso alle scuole di secondo grado, in Italia il tema dell’educazione sessuale è visto positivamente. L’approvazione della risoluzione del Parlamento europeo che introduce il concetto di identità di genere nei programmi scolastici è in linea con un tema di grande importanza attuale, secondo numerosi presidi. Questo argomento rientra nella formazione dell’individuo e più in generale nell’educazione all’affettività, che si basa sulla percezione di sé e degli altri. Incalzano le opposizioni ideologiche, specie quelle afferenti al tradizionalismo di matrice cattolica: nelle scuole occorre prestare attenzione nella trattazione di argomenti simili poiché potrebbero entrare in combutta con i principi educativi di matrice familiare. A livello politico la discussione è aperta: mentre i partiti di maggioranza non considerano la questione urgente, le forze di opposizione chiedono fermamente un cambio di passo.