“E’ auspicabile che il nuovo Parlamento europeo si impegni per introdurre l’educazione sessuale come materia di studio per tutti i ragazzi dei 28 Paesi membri”, sottolineano i ginecologi Sigo. L’Europa, infatti, è ancora divisa da questo punto di vista. E questa, secondo gli esperti, è una delle ragioni per cui nel Vecchio continente esistono fortissime differenze nel ricorso all’interruzione di gravidanza: si va da 12 aborti su 1.000 donne nell’area occidentale a 43 su 1.000 in quella dell’Est. In Italia l’educazione sessuale non è materia obbligatoria, e ogni istituto può decidere se tenere o no lezioni specifiche. Così trionfano passaparola e ‘dottor Google’, “dove è possibile trovare informazioni errate e pericolose”, ammonisce Paolo Scollo, presidente Sigo. Anche per questo motivo “stiamo perfezionando un progetto che presenteremo al ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, per l’educazione a una sessualità consapevole dei ragazzi e per la formazione degli stessi insegnanti fin dalle scuole medie. Un progetto – spiega – in cui sarebbe auspicabile anche il coinvolgimento del ministero della Salute e che speriamo possa partire nel prossimo anno scolastico”. (AdnKronos)
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