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Elezioni Rsu: rinvio ormai certo

Ormai non ci sono dubbi: le elezioni per il rinnovo delle Rsu non si faranno, almeno per quest’anno.
Lo ho chiarito una volte per tutte il ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta nel corso di un incontro con le organizzazioni sindacali svoltosi nella giornata del 5 ottobre.
Il relativo provvedimento (un decreto legislativo in attuazione della delega contenuta nella legge n. 15/2009) sarà approvato in via definitiva dal Consiglio dei Ministri quanto prima, forse già nella prossima seduta del 9 ottobre.
Nei giorni scorsi le Commissioni parlamentari hanno espresso il loro parere in merito mettendo la parola fine anche sulle ultime obiezioni sollevate dalla Cgil.
Il sindacato di Epifani, infatti, aveva sostenuto che l’approvazione del decreto non avrebbe potuto comunque bloccare una procedura già avviata e che quindi le RSU della scuola sarebbero state certamente rinnovate ai primi di dicembre.
Le Commissioni di Camera e Senato hanno invece proposto una modifica decisiva in base alla quale le rappresentanze sindacali unitarie saranno prorogate per altri tre anni “anche se alla data di entrata in vigore del presente decreto sono state indette le relative elezioni”.
Da diverse settimane Cgil continua a sottolineare che la decisione del ministro Brunetta rappresenta un grave attacco alle libertà sindacali e accusa gli altri sindacati di scarso senso di responsabilità.
Per parte sua la Uil ha diramato un comunicato con cui rende noto di non essere d’accordo con un rinvio di tre anni, mentre non si conoscono ancora i commenti di Cisl, Snals e Gilda.
Il decreto Brunetta prevede anche la revisione dei comparti di contrattazione che porterà quasi certamente alla creazione di una maxi-area contrattuale comprendente scuola, ricerca e università.
Decisione che, tra l’altro, contraddice l’ipotesi contenuta nel ddl Aprea che prevede invece la creazione di un’area contrattuale separata per i soli docenti. Ma è evidente che con l’approvazione del decreto Brunetta, la soluzione proposta da Valentina Aprea non sarà più praticabile.

Reginaldo Palermo

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