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Erasmus: è la Spagna la più amata tra gli studenti

E’ sempre la Spagna la meta favorita degli studenti universitari che intraprendono un periodo di studi all’estero attraverso il programma Erasmus: nell’anno accademico 2005-06 ben 25.597 hanno infatti scelto la nazione guidata dal premier Zapatero facendo registrare il numero più alto di adesioni in Europa per il quinto anno consecutivo. 
Nelle preferenze dei giovani europei che hanno aderito al progetto di mobilità studentesca che porta il nome del celebre filosofo olandese, l’Italia è solo quinta, preceduta nell’ordine da Francia, Germania e Regno Unito e seguita dalla Svezia.
I dati sono stati forniti dagli stessi organizzatori del programma Erasmus alla vigilia del ventennale dalla nascita della fortunata organizzazione di scambi tra studenti europei. La Spagna si contraddistingue anche per essere quella da dove partono più studenti per l’estero: circa 3.000. E’ la seconda dopo la Germania. 
L’Italia è quarta, preceduta dalla Francia e seguita dalla Polonia.
Ma il progetto di interscambio degli studenti accademici non riguarda solo gli studenti: dai dati ufficiali risulta che da ogni nazione ogni anno partono per aggiornarsi all’estero diverse migliaia di docenti. Quelli più propensi ad aggiornarsi oltre confine sono i prof tedeschi, poi gli spagnoli. 
Le mete più ambite dagli intellettuali europei titolari di una cattedre universitaria sono la Germania, poi Francia, Italia e Spagna.
Il 6 maggio a Berlino sarà presentato il programma di Educazione Permanente, dipendente dall’Unione europea, per il quale sono stanziati 7.000 milioni di euro. Inoltre ci sarà un Erasmus per la formazione professionale superiore e la pratica di impresa, per partecipare al quale sarà necessario ottenere la Carta Universitaria Erasmus. “Bisogna però capire in Italia che cosa si intende per formazione professionale superiore – commenta la Flc-Cgil attraverso il sito internet –  la mobilità in questo caso sarà molteplice perché riguarderà sia studenti che insegnanti e per questi ultimi, sia programmi di docenza che programmi di formazione”.
In Italia negli ultimi anni il progetto Erasmus ha comunque fatto registrare un vistoso calo delle adesioni: il motivo va probabilmente ricondotto alla riforma dei percorsi universitari italiani che introducendo il 3+2 ha obbligato gli studenti a sostenere un sempre più alto numero nel tempo record di tre anni.  
Secondo alcuni dati raccolti dal consorzio Almalaurea, che monitora 140 mila studenti di 35 Atenei del nostro Paese, nel 2001 i ragazzi italiani che avevano intrapreso periodi di studio all’estero erano quasi il 19% del totale, scesi poi al 16,5% nel 2002 e addirittura all’11,3% nel 2004.
Alessandro Giuliani

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