“Erostudente. Il desiderio di prendere il largo”, di Giovanni Lo Storto, Rubbettino, è uno di quei libri scritti apposta per creare inquietudine, a partire dal titolo, in cui la parola Eros, unita a Studente, pare subito sistemare la domanda se l’apprendimento abbia ancora un suo fascino capace di attrarre e quindi indurre alla esplorazione di quell’arcipelago frastagliato di conoscenze che solo una navigazione appassionata può toccare, trasformandolo così in un continente unico. Com-prendere tutte quelle isole di saperi significa dunque inglobare dentro di sé la diversità che le abitano, così come Edgar Morin ha a sua volta indicato.
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Inoltre, mentre il mondo cambia e si globalizza, inspiegabilmente l’istruzione ancora boccheggia alla ricerca di spazi innovativi, didattiche che si allarghino alla formazione, alla life largelearning come definisce Lo Storto, per il quale essere studenti oggi è molto diverso da esserlo stati nell’epoca precedente alla rivoluzione tecnologica. Non basta più dunque essere solo “parziali”, occorre essere “apprenditori” di conoscenze e di esperienze (da cui il sottotitolo: Il desiderio di prendere il largo) le quali, affiancando la preparazione teorica, inducano a favorire una crescita professionale e personale il più possibile allargata e inclusiva. Una esortazione insomma a esplorare l’oltre da sè, a costo di smarrirsi, come Dante nella Selva, purchè si abbia chiara la meta.
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