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Esami di Stato: dal mancato giro di vite al “nove” in condotta salvatutto

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Altro che “giro di vite”. Salvo improbabili interpretazioni dell’ultimo momento, le nuove regole per l’ammissione agli Esami di Stato sembrerebbero essersi trasformate più in un premio alla correttezza comportamentale che in un incentivo al merito per chi si applica con serietà verso lo studio. Tanto che gli studenti a cui viene assegnata una normale valutazione di condotta  (l’Otto o il Nove, i voti che i docenti danno da sempre a chi si comporta in modo corretto) potranno compensare eventuali insufficienze, anche gravi, nelle materie affrontate durante l’anno scolastico.
Ma come si è arrivati a questo repentino cambiamento di rotta dopo che per mesi il ministro dell’Istruzione Gelmini aveva annunciato la volontà di far ammettere agli esami conclusivi solo gli studenti che avessero fatto registrare la sufficienza in tutte le materie? La prima sterzata risale allo scorso 8 aprile, quando con la pubblicazione dell’O.M. n. 40 si specificava che quest’anno “si intendono valutati positivamente gli alunni che nello scrutinio finale dell’ultimo anno di corso conseguano almeno la media del ‘sei’”. Una decisione, del resto, in linea con quanto previsto dello stesso ministero dell’Istruzione nel periodo di gestione dell’ex responsabile Giuseppe Fioroni con il D.M. del 22 maggio 2007, n. 42. Spiazzando un po’ tutti gli addetti ai lavori, sempre tramite l’Ordinanza d’inizio aprile, viale Trastevere specificava anche che, in vista dell’ammissione dell’ormai prossima maturità, “la valutazione sul comportamento concorre, unitamente alla valutazione degli apprendimenti, alla valutazione complessiva dello studente”. Lo stesso testo ha infine specificato che lo stesso voto condotta inciderà pure “sulla determinazione del credito scolastico riferito all’ultimo anno di corso e, in caso di ammissione per abbreviazione, su quello riferito al penultimo anno”.
Nei giorni successivi non tutti i dirigenti ed i docenti hanno colto negli articoli del O.M. 40 lo stesso significato. La non univoca interpretazione di queste indicazioni ministeriali ha così costretto il Miur, ad un esatto mese di distanza, il 7 maggio, a pubblicare la Circolare n. 46 avente come Oggetto proprio la “Valutazione del comportamento ai fini dell’esame finale di Stato nella scuola secondaria di secondo grado (anno scolastico 2008/2009)”. Il testo stavolta non sembra lasciare più spazio a dubbi: “si conferma, pertanto, che il voto di comportamento – recita la Circolare realizzata dalla Direzione Generale per gli Ordinamenti Scolastici e per l’Autonomia Scolastica – per l’anno scolastico corrente (art. 2, comma 1dell’O.M. 8 aprile 2009, n.40), concorre alla determinazione della media dei voti ai fini sia dell’ammissione all’esame stesso sia della definizione del credito scolastico”.
Una precisazione che, dopo gli attacchi al Miur realizzati quasi in solitudine dalla Flc-Cgil, stavolta ha fatto rompere gli indugi anche al Centro-Sinistra. Secondo Mariangela Bastico, responsabile scuola del Pd “siamo all’assurdo del ‘somari ma buoni’: infatti, un ragazzo molto disciplinato con 10 in condotta potrà essere ammesso all’esame di maturità anche con quattro insufficienze, magari su materie fondamentali“.
La senatrice Bastico, sottosegretario all’Istruzione durante l’ultimo Governo Prodi, ha sottolineato come “così facendo non si premiano studio, competenza, abilità e conoscenza, ma l’essere buoni, silenziosi, ossequiosi. Inoltre, il voto incide nella media in modo diverso a seconda del numero di voti su cui la media stessa è calcolata: con meno materie – continua Bastico – la condotta incide di più, e viceversa. Da ciò deriva una disparità di trattamento tra studenti, a parità di profitto e di condotta”.
Il Miur, stando così le cose, il Miur sarebbe scampato dai ricorsi degli studenti non ammessi per la mancata sufficienza in tutte le materie (norma che sarebbe stata introdotta ad anno scolastico quasi terminato). Ma ne avrebbe attirati a sé altri. Sempre per l’esponente del Pd la decisione di includere la valutazione del comportamento nella media finale rappresenta un “cattivo esempio dato dal Ministro Gelmini di mancanza di chiarezza, di contraddittorietà delle norme, di illegittimità, che aprirà la strada – conclude Bastico – a tantissimi ricorsi“.
A detta di più di qualche dirigente e docente, però, le cose non starebbero così: in base a quanto sostiene questo “versante” l’interpretazione più gettonata è quella secondo cui il Miur avrebbe sì previsto la media dei voti, includendovi anche l’esito del comportamento (fermo restando che il “cinque” equivale a bocciatura automatica), ma solo qualora tutti gli studenti abbiano sanato i debiti formativi (leggi le insufficienze) accumulati durante l’anno scolastico. In tal caso non vi sarebbe nessun “nove” in condotta o in altre materie che salverebbe lo studente. 
Altri “scettici” sono andati a valutare il peso specifico delle parole incluse nell’O.M. 40 e, soprattutto, della Circolare più recente (la n. 46): in quest’ultima l’espressione “concorre alla determinazione della media” implicherebbe proprio la negazione che faccia invece media. Ora, se si vuole dare credito a questa versione, la domanda sorge spontanea: a poche settimane dall’avvio degli esami non sarebbe opportuno spazzare il campo ai dubbi e dire in modo chiaro quali sono le regole che i Consigli di classe dovranno adottare per scrutinare gli studenti delle classi terminali?