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Eugenio Scalfari è morto a 98 anni: addio al fondatore de “La Repubblica” che fu compagno di scuola di Italo Calvino

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Eugenio Scalfari si è spento oggi, 14 luglio 2022, a Roma. La triste notizia è stata diffusa in mattinata dal quotidiano La Repubblica, che lui stesso ha fondato nel 1976. Nato a Civitavecchia il 6 aprile del 1924, Scalfari si è guadagnato nel tempo l’epiteto di “decano del giornalismo italiano“.

La lunga vita di Eugenio Scalfari è difficile da racchiudere in poche righe. Si tratta di uno dei massimi giornalisti italiani del Novecento. Le sue prime esperienze risalgono agli anni del fascismo, dopo i quali ha collaborato con le testate Il Mondo e L’Europeo. Nel 1955 è tra i fondatori del Partito Radicale. Scalfari è stato anche tra i padri del settimanale L’Espresso, nato nello stesso anno, dove inizia a scrivere di economia.

Nel 1976, poi, la svolta: Scalfari fonda il quotidiano La Repubblica, una delle principali testate italiane, in cui ricopre il ruolo di direttore fino al 1996. Scalfari non ha mai abbandonato il mondo della carta stampata: diviene editorialista domenicale del quotidiano e cura varie rubriche fino alla sua morte. Alla fine degli anni Novanta ha ricevuto due prestigiose onorificenze: viene insignito cavaliere di Gran Croce della Repubblica italiana nel 1996 e chevalier de la Légion d’honneur nel 1999.

L’ateismo di Scalfari e il rapporto con Papa Francesco

Eugenio Scalfari si è da sempre professato ateo. Tuttavia ha avuto un rapporto particolare con Papa Francesco, il quale ha rilasciato varie interviste alla storica penna de La Repubblica. Una di queste, diffusa nel 2013, ha sollevato un vero e proprio polverone all’interno del Vaticano, che ha accusato Scalfari di non aver riportato correttamente le parole del pontefice.

L’amicizia con Italo Calvino nata tra i banchi di scuola

Scalfari ha conosciuto lo scrittore Italo Calvino, suo coetaneo, al liceo “G.D. Cassini” di Sanremo, che entrambi hanno frequentato alla fine degli anni Trenta. Come ha raccontato lo stesso Scalfari i due si sono seduti l’uno accanto all’altro in classe in seconda e in terza liceo. Anche dopo il diploma, nonostante le loro strade si fossero divise, i due hanno continuato a essere amici intraprendendo una fitta corrispondenza. L’autore di Se una notte d’inverno un viaggiatore ha inoltre collaborato più volte con il quotidiano diretto dall’amico.