Home I lettori ci scrivono Facciamo didattica fuori dalla scuola. L’esperienza di una scuola di Palermo

Facciamo didattica fuori dalla scuola. L’esperienza di una scuola di Palermo

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Desidero raccontare l’esperienza dell’IC Giuliana Saladino, scuola che opera in un vasto e popoloso quartiere della periferia palermitana (ex CEP oggi San Giovanni Apostolo) nel quale le uniche agenzie educative oltre la Scuola sono la Parrocchia e l’Associazione Onlus “S. Giovanni Apostolo”.
In questa complicata e complessa realtà territoriale, la comunità scolastica quotidianamente costruisce e porta avanti un progetto educativo fondato sulla convinzione di poter fare “Scuola fuori dalla scuola”, cioè offrendo ai nostri alunni quelle opportunità culturali, formative e ricreative che li facciano sentire non più dimenticati abitanti di periferia ma – a pieno titolo – cittadini!

La scuola è riuscita ad entrare in un circuito di relazioni, anche regionali e nazionali, attraverso progetti finalizzati a contrastare ogni forma di povertà educativa e contestualmente a ri-generare la cultura dei diritti, a suscitare il desiderio di rivendicare una meritata attenzione da parte delle Istituzioni, a provare a determinare un’inversione di tendenza al degrado urbano oggi esistente.
In questa realtà è certamente arduo ma non impossibile immaginare e progettare – con il protagonismo degli alunni e delle famiglie – una riqualificazione ambientale ed un risveglio culturale che ha avuto inizio qualche mese fa con la realizzazione di murales realizzati da artisti di fama internazionale: vogliamo e crediamo di poter dare colore al CEP!

Fatica quotidiana di tante donne e uomini di scuola che con determinazione, spirito di servizio e passione per il loro lavoro portano avanti un grande obiettivo: far crescere alunni consapevoli che – diversamente dai loro padri o nonni – un altro destino è possibile!
Purtroppo, le famiglie attrezzate a usare internet o che possiedono dispositivi informatici domestici sono poche ed una cospicua parte dei nostri alunni non può fruire di quella necessaria dotazione tecnologica oggi tanto decantata con la cosiddetta “didattica a distanza”: a tanti nostri alunni è la scuola con i suoi docenti che fornisce quanto di necessario (libri) o che si adopera a trovare strumenti didattici alternativi e parimenti efficaci.

La marginalità digitale è significativa e, passata questa tempesta, una delle priorità dello Stato deve essere quella di ridurre quelle intollerabili distanze sociali e culturali innestando una visione premiale per i docenti che decidono di investire la loro professionalità in questi territori e di sostegno alle famiglie che con essi collaborano.
Lavorare in queste condizioni non è certamente facile ma è
sicuramente motivante perchè ti pone di fronte ad un bivio: abbandonare o scommettere che anche nelle periferie, nelle aree territoriali più disagiate, nei contesti suburbani il diritto all’istruzione deve essere garantito.

In questa situazione difficile e complicata, oggi è arrivato Covid 19 ed improvvisamente ci troviamo a non rivedere più i nostri alunni, i nostri piccoli concittadini…. e da “La Scuola fuori dalla scuola” siamo passati a “La Didattica fuori dalla scuola”.
Immediatamente abbiamo attivato “un’azione antivirus” fondata in primis sulla comunicazione, per il tramite dei genitori già il 4 marzo, con la quale abbiamo detto una sola cosa: cari alunni non vi lasceremo soli né senza la scuola!

E TUTTA la comunità scolastica si è adoperata – nelle diverse forme e con fantasia – a dare il necessario supporto didattico at home grazie al prezioso lavoro di mediazione delle Coordinatrici di classe per la SSI, delle Insegnanti prevalenti e non della Scuola Primaria e dell’Infanzia.
Abbiamo subito attivato una comunicazione con gli strumenti più immediati: dal sentirsi al telefono, magari impensabile fino a qualche settimana fa, all’utilizzo dell’applicazione WathsApp con tutte le sue potenzialità anche per dare sollecite risposte, alla valorizzazione della pagina Fb della scuola che consente di
condividere link didattici disciplinari o trasversali preceduti – per facilitarne l’individuazione – dal #Ladidatticafuoridallascuola”.
Alunni e genitori, zii e nonni, hanno preso consapevolezza della nostra presenza seppur non fisica ed hanno capito subito che nell’epoca del digital1e è possibile sentirsi una comunità scolastica anche senza alcuna piattaforma digitale!
Quanta emozione sentire o leggere commenti di soddisfazione, di apprezzamento, di incoraggiamento!
Ed in questa tragica condizione di impotenza del superuomo nei confronti di Covid 19, un elemento positivo è certamente la manifestazione di una umana gratitudine in tutti per il nostro lavoro, quanto è bastato a renderci conto di quanto “contatto” vero e concreto avessero bisogno i nostri alunni attraverso il pedagogico messaggio dell’esserci – in un’ottica inclusiva – per TUTTI!

Possiamo dire di aver percepito – dai più piccoli ai grandi – un bisogno di relazione con i docenti ed in modo reciproco dei docenti con i loro alunni.
Nel corso di questo lungo e non semplice percorso di Didattica fuori dalla scuola, attraverso una serie di questionari online, saranno monitorati i risultati dell’attività di comunicazione e di condivisione.
Al termine – con un ultimo questionario online – ciascun docente relazionerà l’esperienza professionale vissuta ed i risultati saranno elaborati in un report oggetto di valutazione ed approvazione nei prossimi OO.CC..
La scuola italiana sta affrontando una dura sfida …..
La Scuola Giuliana Saladino del quartiere San Giovanni Apostolo di Palermo sta provando a vincerla!
Speriamo…..

di Rosolino Cicero (presidente nazionale ANCODIS)