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Fatti di Pisa: indagati una quindicina di agenti. E una Studentessa si incatena ai cancelli della Prefettura

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Sarebbero una quindicina i poliziotti indagati per le manganellate sferrate contro gli studenti a Pisa. Quasi una intera squadra del Reparto mobile, nella quale sarebbe compreso anche il capo squadra e uno dei responsabili dell’ordine pubblico incaricato della sorveglianza della piazza.

Nella relazione che la questura di Pisa ha inviato ai magistrati, ci sarebbero le ordinanze del questore con le disposizioni e i piani di sicurezza per le manifestazioni in programma quel giorno, gli ordini di servizio con le specifiche sulle unità e gli agenti impiegati, oltre alle immagini girate dalla polizia scientifica sul corteo improvvisato dagli studenti. Prima, durante e dopo la carica della squadra accusata di aver picchiato i ragazzi.

Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, la procura di Pisa potrebbero iscrivere i primi indagati sul fascicolo, al momento aperto senza ipotesi di reato. Gli accertamenti sono stati assegnati ai carabinieri che hanno già cominciato a raccogliere elementi sul ferimento di tredici ragazzi, dieci dei quali minorenni, mentre i genitori di questi ultimi valutano la possibilità di unirsi per presentare un’unica denuncia.

Gli accertamenti riguarderebbero la condotta della catena di comando in servizio venerdì scorso e al centro delle valutazioni dell’autorità giudiziaria c’è soprattutto la volontà di individuare chi ha preso le decisioni e in particolare per capire chi abbia dato l’ordine di caricare con veemenza. 

Gli inquirenti soprattutto si starebbero concentrando sui video circolati sui social e quelli girati e acquisiti dai docenti del liceo di fronte al quale si sono verificati gli scontri.

Intanto, nella sua informativa in Cdm, il ministro Piantedosi ha spiegato che per la manifestazione di Pisa “non era stato presentato alcun preavviso alla questura, che, avendone avuta notizia, ha cercato più volte di contattare gli organizzatori per ottenere informazioni in merito al tipo di iniziativa che sarebbe stata svolta e al relativo percorso ma invano”.

“Gli stessi manifestanti, durante lo svolgimento del corteo, non hanno voluto fornire indicazioni su dove fossero diretti e si sono sottratti ai reiterati tentativi di mediazione da parte di personale della Digos, provando, nonostante gli ammonimenti da parte del dirigente del servizio e la richiesta espressa e ripetuta di non dirigersi in Piazza dei Cavalieri, a forzare il blocco delle forze di polizia e venendo volutamente a contatto con i reparti mobili”. 

E ha anche aggiunto: “Siamo di fronte solo a casi isolati in corso di valutazione e non è mai intervenuto alcun cambio di strategia in senso più restrittivo della gestione dell’ordine pubblico”. E ha poi ricordato, “negli scorsi anni sono avvenuti accadimenti analoghi con incidenti ancor più gravi”.

“Il governo  non ha cambiato le regole di gestione dell’ordine pubblico; i responsabili della sicurezza agiscono sul territorio sulla base di valutazioni fatte sul posto e non seguendo fantomatiche indicazioni da parte del livello politico; nessuno ha interesse ad alzare il livello di tensione durante le manifestazioni e men che mai il Viminale che, insieme a tutti gli appartenenti alle forze dell’ordine, ha come prioritario obiettivo che ogni evento si svolga in maniera pacifica indipendentemente dal loro contenuto”.

Intanto una studentessa di Pisa si è incatenata alla grata esterna della Prefettura di Pisa in segno di protesta e ripresa da un video pubblicato su Instagram da “Cambiare rotta – Organizzazione giovanile comunista”, mentre una delegazione di studenti è stata brevemente ricevuta dal prefetto. 

Lei era in piazza venerdì 23 febbraio e ha dichiarato: “C’è stato un pestaggio feroce nei confronti degli studenti scesi in piazza per porsi al fianco del popolo palestinese durante un genocidio a cui il nostro Paese continua a mandare armi e aiuti, scesi in piazza per dare segnale forte, per stare al fianco della resistenza palestinese, abbiamo visto la risposta di questo governo nei confronti di noi studenti, è una stretta repressiva da inserire in una tendenza alla repressione che il nostro Paese continua a portare avanti”.

“Continueremo a restare qui, abbiamo avanzato al prefetto le nostre richieste, chiediamo le dimissioni del Questore per quanto accaduto negli scontri di piazza”.

“Non crediamo di trovarci di front e ad episodi isolati e scollegati l’uno dall’altro, ma ad una precisa strategia governativa veicolata dal Ministero dell’Interno per reprimere i movimenti studenteschi e le loro rappresentanze ben prima dello scoppio del conflitto in Palestina. In difesa del diritto ad esprimere liberamente il nostro netto dissenso verso le politiche militariste e filo israeliane del governo in carica, sosteniamo la compagna Camilla nella richiesta di un incontro con il prefetto di Pisa”: questo quanto ha sostenuto “Cambiare rotta – Organizzazione giovanile comunista”