Categorie: Politica scolastica

Fedeli: dispersione in calo ma ancora alta

La ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, in audizione davanti alla Commissione parlamentare di inchiesta Città e periferie della Camera, è intereventuta, come pubblica Il Sole 24 Ore, ancora sul fenomeno della dispersione che è particolarmente grave in Sicilia e Sardegna e poi nelle periferie della grandi città e in ogni caso è più pesante al Sud rispetto al Nord.

“I tassi elevati di abbandoni e di livelli critici di conoscenza coincidono con le zone più povere d’Italia dove sono concentrate le famiglie socialmente escluse e dove è minore l’accesso a libri, biblioteche, musei, rete dei servizi per la prima infanzia, sport, fruizione digitale, etc..”: ha detto Fedeli

In modo particolare, precisa la ministra, l’organizzazione scolastica, con le sue strutture, può bene affrontate la prova contando su 13 mila scuole statali delle 14 aree metropolitane (di cui circa 4 mila dell’infanzia, oltre 5 mila della primaria, oltre 4 mila della secondaria di primo e secondo grado), a cui si aggiungono oltre 5.600 istituzioni scolastiche paritarie.

 

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Seppure, dichiara Fedeli, siamo di fronte a “una decrescita del fenomeno della dispersione dal 20,8% del 2006 all’attuale 14,7%, i dati evidenziano una differenziazione tra sessi: intorno al 12% le donne, gli uomini oltre il 16%. Forti differenze nei tassi di abbandono tra le diverse regioni rispetto al raggiungimento dell’obiettivo, stabilito dall’UE del 10% entro l’anno 2020” (Accordo di Lisbona).

Si va infatti da un +14 % rispetto al traguardo UE, ai quasi 24% di abbandoni in Sicilia e Sardegna e al -2% del Veneto dove la percentuale di abbandoni raggiunge appena l’8%

Gli studenti inoltre che hanno abbandonato la scuola secondaria di primo grado “nel corso dell’anno scolastico 2014/2015 e nel passaggio all’anno successivo, sono l’1,1%. Salgono al 5,2% nella scuola secondaria di secondo grado. Sono dati caratterizzati da importantissimi divari tanto a livello macro territoriale quanto a quello micro territoriale, con punte anche del 7,5% in alcune zone del Paese”.

815.000, pari al 9,2% del totale della popolazione scolastica sono invece gli alunni non italiani: “Siamo passati in 15 anni dall’inclusione di 50 mila ragazzi e bambini non italiani nelle nostre scuole agli attuali 815.000”.

Per questo, sottolinea Fedeli: “le scuole di periferia devono diventare avanguardie di sperimentazione di nuove forme di didattica, mettere in campo intelligenze, energie, esperienze, e a noi spetta il compito di garantire risorse, economiche e umane, adeguate alla sfida che le si pone a carico. Tutte le periferie urbane devono e possono diventare un laboratorio di innovazione didattica e sociale con forte competenza nelle azioni di inclusione.”

In merito ai corsi serali, Fedeli ha spiegato che “nel corso dell’anno scolastico 2015/2016, il 3,3% degli studenti, di cui il 2,0% con cittadinanza non italiana, frequenta i licei, il 55,9%, di cui il 51,3% con cittadinanza non italiana, gli istituti tecnici e il 40,9%, di cui il 46,7 con cittadinanza non italiana, gli Istituti professionali”.

“Nell’anno scolastico in corso gli iscritti ai percorsi di istruzione degli adulti sono complessivamente 222.431, di cui 42.153 iscritti ai percorsi di primo livello, 109.965 ai percorsi di alfabetizzazione e apprendimento della lingua italiana e 70.313 ai percorsi di secondo livello”.

Pasquale Almirante

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