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Femminicidio, patriarcato e il ruolo dei genitori

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Femminicidio, un termine di cui oggi si se ne sente parlare troppo e purtroppo spesso. Togliere la vita ad un essere umano è un omicidio aggravato, nella fattispecie, dal fatto che il soggetto più debole è una donna.  

Facile prendersela con chi non è alla stessa pari per potersi difendere!

E gli atti di violenza, fisica e verbale, non si contano. Anzi si continua fino ad arrivare alle estreme conseguenze compiute anche davanti a piccoli innocenti nei quali lasciano ricordi terribilmente indelebili.

Quale esempio viene dato! Dov’è la genitorialità responsabile?

Similmente dicasi anche in altre tipologie di relazioni nelle quali di fronte ad un rifiuto di continuare si risponde senza quell’autocontrollo derivante da un ragionamento serio e ponderato che porta ad individuare le cause per le quali non c’è più la disponibilità a continuare. Perché non si dialoga in presenza? Per quale ragione si preferisce da remoto usando le attuali tecnologie? Forse risolvono tutto? O sono più comode da usare per fare stalking fino a distruggere psicologicamente l’interessato per condurlo a qualche insano gesto? Non è femmicidio anche questo, pur se mascherato?

Colpa sua? O forse mia? O di tutti e due? Non credo che derivi dal comportamento del singolo. E guarda caso dalla donna.

Le tante motivazioni che spingono ad agire nei disegni perversi dei soggetti agenti non finiscono. Anzi continuano all’infinito fino a che si arriva a giustificarsi prima (sono sicuro di aver ragione) ed agire conseguentemente (pertanto faccio e non guardo alle conseguenze).

Qualunque esse siano non trovano alcuna giustificazione.

Il risultato è traumatico lasciando lutti o, peggio ancora, degli orfani spesso in tenera età. Come cresceranno? Chi si prenderà cura di loro?

Si è parlato di patriarcato. Ma il patriarcato è un tipo di organizzazione famigliare i cui i figli entrano a far parte del gruppo cui appartiene il padre, da cui prendono il nome e i diritti che essi trasmettono ai discendenti diretti o prossimi nella linea maschile.

Certo il patriarcato, come inteso un tempo, non esiste più, ma gli uomini, non tutti per fortuna, detengono ancora una predominanza di potere e privilegi, spesso a discapito delle donne e risulta evidente in tanti contesti, come il lavoro, la famiglia, la cultura…

La tematica è sicuramente è molta complessa. Anche perché la violenza si manifesta per diversissime cause tra le quali: la gelosia (in particolare quella ossessiva che può trasformarsi in patologia), il diritto di possedere (si confonde un essere umano come un oggetto che non si è comperato. Esiste un contratto di compravendita? Si è pagato un prezzo?), la volontà di prevalere (la parità tra i soggetti non si considera?), la superbia (io sono superiore e perciò disprezzo l’altro), la fragilità umana. E l’elenco potrebbe continuare.  

L’attenzione, invece, a mio avviso dovrebbe concentrarsi sul ruolo dei genitori consapevoli della crescita dei propri figli fin dalla più tenera età. Genitori si diventa per sempre!

Si tende ad accondiscendere ed accontentare in tutto e subito. Non è ben chiaro cosa sia il sacrificio e la conquista di determinati traguardi con la faticosa perseveranza. Difficilmente non si danno dei “no” o si pongono dei paletti entro i quali “muoversi” facendo capire che una rinuncia a un desiderio dell’oggi potrebbe corrispondere a un beneficio o più benefici del domani. 

C’è tanta fragilità e molto permessivismo che costituiscono un terreno fertile per fare quello che si vuole. E a delinquere. 

Le regole, a partire delle più elementari, non si rispettano. Tutto è dovuto. Fortunatamente c’è ancora chi non si comporta secondo quanto sopra.

Giovanni Todeschini

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