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Fioramonti: i programmi della scuola vanno rinnovati, più salvaguardia di risorse e ambiente più un patto con l’industria

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I programmi della scuola vanno rinnovati contemplando più attenzione alla salvaguardia di risorse e ambente: a sostenerlo è Lorenzo Fioramonti, da alcuni giorni designato nuovo ministro dell’istruzione.

Lo ha detto parlando dell’argomento al Forum Ambrosetti a Cernobbio, unico ministro presente del Governo Conte bis, partecipando ad una tavola rotonda su competitività e crescita con il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia e l’economista Enrico Giovannini.

“Rimoduliamo la didattica”

“Rimoduliamo la didattica – è stata l’esortazione di Fioramonti -: formiamo degli economisti per dirci come si fa economia sostenendo il pianeta salvaguardando le risorse? Ingegneri che sappiano creare infrastrutture senza consumare suolo?”.

L’indicazione del titolare del Miur, quindi, va verso la modernizzazione dei programmi della scuola, anche se sarebbe più corretto parlare di linee guida disciplinari o di obiettivi da raggiungere per la formazione degli alunni, visto che poi ogni docente ha piena facoltà di decidere le modalità per arrivarci.

In ogni caso, per il ministro la salvaguardia delle risorse naturali non può rimanere fuori dalla scuola moderna.

 

Come si fa un’economia dinamica e competitiva

“Se oggi l’economia non sa essere sostenibile sviluppando una qualità di vita migliore, non può essere veramente dinamica e competitiva”, ha aggiunto Fioramonti.

Il ministro ha poi parlato di ‘capitale umano’ e della ricerca: “il capitale fisico e finanziario non è più l’unico che conta, ma va considerato anche il capitale naturale, sociale e umano”.

“Bisogna tornare a investire in modo coraggioso nella ricerca per produrre uno sviluppo economico che non sia il migliore del XX ma il migliore del XXI secolo”, ha sottolineato.

Serve un’intesa tra scuola e industria

Sempre in quest’ottica, secondo il nuovo ministro dell’Istruzione, portato dal Movimento 5 Stelle, occorre anche attuare un’intesa tra scuola e industria: un’operazione di questo genere varrebbe anche come un investimento per il Paese.

“Facciamo nuovo patto di ricerca fra scuole e industrie. 1 euro investito oggi genera 4 euro di resa finanziaria nel medio termine”, ha detto il nuovo responsabile del Miur.