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Foibe, tutti uniti nella condanna alla violenza e all’omertà

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Il ricordo delle vittime dei massacri delle Foibe e dell’esodo giuliano-dalmata, di cui si è parlato anche su queste pagine internet, è stato commentato da tanti personaggi della politica italiana. Per il presidente uscente del Consiglio, Mario Monti, “il giorno del ricordo è l’occasione per tenere viva in tutti noi la memoria di una pagina drammatica della storia nazionale. La violenza contro gli italiani di Istria e Dalmazia e il lungo, colpevole, silenzio delle istituzioni che le seguì siano da monito per chi asseconda le derive populiste e osteggia la ricerca di maggiore coesione in Europa. Sono i giovani – ha concluso Monti – i primi che invito a unirsi nel ricordo del dramma vissuto da una intera comunità, affinché traggano da una vicenda così dolorosa un giusto insegnamento: ispirato al rispetto dei valori della tolleranza, del rispetto reciproco e della convivenza pacifica”.
Per Elena Centemero, responsabile nazionale Scuola e cultura del Pdl, la giornata, “istituita nel 2004 per volontà e su iniziativa del governo Berlusconi, con il sostegno di una larga maggioranza parlamentare, ad eccezione, purtroppo, di alcuni esponenti della sinistra come il leader di Sel, Nichi Vendola, e il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, ha rappresentato un punto di svolta nella rielaborazione collettiva di quella che è stata a tutti gli effetti un`operazione di pulizia etnica”. Per la Centemero “è ancora oggi indispensabile tenere viva l`attenzione di tutti su uno dei capitoli più orrendi della nostra storia. Per questo abbiamo sostenuto e intendiamo portare avanti l`iniziativa del ministero dell`Istruzione che invita le scuole di ogni ordine e grado a sviluppare progetti che favoriscano la conoscenza di quella immane tragedia da parte dei nostri studenti”.
Secondo il leader di Rivoluzione Civile, Antonio Ingroia, “è necessario rinnovare la memoria di una delle pagine più buie della nostra storia per affermare la cultura dell’integrazione e costruire un’Europa più unita”.
Per il candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione Lazio, Nicola Zingaretti (Pd), occorre “tramandare la memoria sensibilizzando i più giovani su questa pagina tragica della nostra storia perché non sia mai più rimossa o dimenticata e per dare, attraverso momenti di formazione, dibattito e incontro, un contributo alla crescita civile e morale del Paese. Nessuno dovrà mai dimenticare – ha concluso Zingaretti – quanto avvenuto. Il nostro intento è quello di ricordare non solo nei giorni dedicati ma anche con l`impegno culturale tutto il resto dell`anno”.
Anche per Gianfranco Fini, presidente della Camera, “preservare tale memoria significa trasmettere alle giovani generazioni il ripudio di ogni ideologia che annienta la dignità dell`uomo, educandole ai princìpi della democrazia, della libertà e del dialogo tra culture diverse al fine del comune arricchimento civile”.
Giorgia Meloni, fondatore di Fratelli d`Italia, “nel 9° Giorno del ricordo, Fratelli d`Italia invita le forze politiche, e in particolare il segretario del Pd Pierluigi Bersani, a sottoscrivere un appello al Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, affinché revochi al dittatore jugoslavo Tito il titolo di Cavaliere di Gran Croce decorato di gran cordone dell`Ordine al Merito della Repubblica Italiana, di cui purtroppo è stato insignito in passato”.
“E’ scandaloso, infatti, pensare – conclude Meloni – che un tiranno comunista, colpevole di una feroce pulizia etnica nei confronti di tantissimi italiani innocenti, possa fregiarsi di un`onorificenza del nostro Stato. Chiediamo inoltre ai sindaci italiani che il nome di Tito sparisca definitivamente dalla toponomastica dei Comuni e che quelle vie e piazze vengano reintitolate ai Martiri delle Foibe”.