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Fondo Espero, l’esperienza (non buona) di un docente

Nel lontano luglio 2005 nella la speranza di costruire una pensione complementare con fiducia e lungimiranza ho aderito al fondo pensione, riservato ai docenti, Espero.

Col senno di poi devo dire che è stata una decisione deleteria e vi spiego anche il perché.

In un primo momento avevo scelto il comparto a rischio medio “Crescita”, per diversi anni è andata bene, poi nel 2018 la prima scottatura ovvero la prima perdita di 545 euro. Considerato il rischio di perdere i frutti dei miei risparmi decido di cambiare comparto e nel secondo semestre del 2019 passo alla gestione del Comparto “Garanzia” a rischio basso. Pochi giorni fa mi è capitato di vedere gli ultimi estratti conto della gestione finanziaria, quindi, ho appreso con grande disappunto che nel 2022 la perdita è stata di quasi 3.000 euro!

Dopo un primo momento di shock ho chiesto chiarimenti a Espero. Mi ha risposto (via PEC) il Direttore generale, che ha cercato di tranquillizzarmi informandomi che si è trattato di una performance negativa legata all’instabilità finanziaria dovuta alla crisi mondiale, ma essendo iscritto nel Comparto “Garanzia” ho diritto a ricevere comunque tutto il capitale versato. Quindi l’unica vera garanzia è quella di riavere i contributi versati, peccato che con l’inflazione attuale quando andrò in pensione nel 2027, i miei risparmi avranno perso buona parte del loro potere d’acquisto.

In merito agli aspetti prettamente tecnici degli investimenti ho potuto apprendere che l’andamento dei prezzi delle obbligazioni è legato all’andamento dei tassi di interesse, in particolare all’aumentare dei tassi di interesse il prezzo del titolo obbligazionario scende e viceversa.

Se compro un’obbligazione a 100 con interesse dopo un anno dell’1%, se in quell’anno (2022) la BCE aumenta i tassi d’interesse del 2,50% il valore reale dell’obbligazione dopo un anno non sarà 101, ma sottratto il tasso d’interesse il valore sarà di 98,5. Ma non è finita c’è anche l’inflazione ovvero la svalutazione dell’euro, che nel 2022 è stata in media dell’8,1%, quindi i 98,5 diventeranno infine 90,52. Ora che ho capito il motivo del grave ammanco sono ancora più preoccupato: nel 2023 la BCE ha alzato ancora i tassi d’interesse portandoli al 4,50%, con un’inflazione media stimata per quest’anno al 6,5%; con questi numeri la fregatura, anche ingente, per me e per tutti quelli che sono nel Comparto “Garanzia” è assicurata (o forse è meglio dire è “Garantita”) anche quest’anno!

Mi sento preso in giro, defraudato, ostaggio del Fondo e in balia di un qualche gestore finanziario, che, anche se fosse il miglior trader del mondo, in questo periodo e in questo comparto può fare registrare solo risultati negativi. Dopo questa sgradevolissima esperienza posso caldamente consigliare a tutti i colleghi, che vogliono evitare senso di frustrazione e senso di fallimento, di stare alla larga da Espero e soprattutto di tenere il proprio TFS/TFR lì dov’è ovvero nelle casse dell’INPS.

Luca Federici

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