Home Attualità Fornitura banchi: il Commissario proroga i termini, ma non basta

Fornitura banchi: il Commissario proroga i termini, ma non basta

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I tempi del bando di gara per la fornitura di 3 milioni di banchi cambiano: lo ha reso noto il commissario Arcuri che, evidentemente, sta incominciando a prendere sul serio le proteste dei fornitori i quali, fin da subito, avevano detto che non sarebbe stato possibile rispettare termini e condizioni della gara.

Il bando originario prevedeva infatti che le offerte sarebbero dovuto pervenire entro la giornata del 30 luglio, termine considerato del tutto impraticabile dalle aziende; la proroga, però, è di soli 5 giorni tanto che Assoufficio di Federlegno ha già diramato una nota molto secca: “Le consegne delle offerte sono prorogate di 5 giorni, ovvero il bando anziché scadere domani 30 luglio scade il 5 agosto. La firma del contratto con l’aggiudicatario o gli aggiudicatari, slittata dal 7 al 12 agosto e i tempi di consegna dal 31 agosto all’8 settembre, con un margine massimo di ritardo nelle consegne che passa dal 7 al 12 settembre, con le relative pesanti penali. Verrebbe da dire tanto rumore per nulla: ma davvero il ministro Azzolina e il commissario Arcuri pensano che slittare di 5 giorni possa essere la soluzione? I quantitativi non sono certo diminuiti e le ore di una giornata non siamo ancora riusciti a moltiplicarle”.
I produttori avanzano il dubbio che in realtà il Governo abbia già di fatto in mente di affidare l’incarico ad una o più aziende straniere disponibili a fornire i banchi: “Nel caso in cui il Governo abbia già rapporti con fornitori esteri – scrive Assoufficio –  a loro facciamo i nostri auguri, perché l’opera è titanica, rischiosissima e a nostro avviso impossibile. Chissà se i nostri ragazzi alla fine riusciranno a tornare a scuola in sicurezza, noi ci abbiamo provato ma senza successo”.

La sensazione è che la vicenda dei banchi potrebbe trasformarsi in un caso politico da non sottovalutare perchè le opposizioni sembrano già pronte a sfruttare la situazione per poter “impallinare” la Ministra.