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Foto di bambini sui social, ecco cosa potrebbe succedere dopo la pubblicazione

Dopo il successo del primo video che, ad oggi è stato visto da più di 1,5 milioni di persone e ha raccolto oltre 2500 commenti, in tantissimi ci hanno chiesto di approfondire un tema tanto delicato e importante.

Il nostro Reel, senza colpevolizzare o spaventare nessuno era volto ad avviare una riflessione sui rischi potenziali legati alla pubblicazione di foto di minori sui social. Il Reel trattava anche la questione pedofilia che, comprensibilmente, ha raccolto quasi tutta l’attenzione del pubblico.

Iniziamo dunque da qui: il proliferare di siti pedopornografici che commerciano e diffondono decine di migliaia di materiale illecito ogni anno è una realtà accertata dalle istituzioni, in particolare dalla polizia postale e dal Garante della privacy. Oggi sappiamo che il 50% del materiale sequestrato su siti illegali proviene dai social e nel 2022, solo in Italia, sono stati indagati 4.542 casi sospetti che hanno portato all’arresto di 149 persone. Si tratta dunque di un problema reale che non va sottovalutato.

Ma non si tratto solo di questo. Non si riduce tutto al problema pedofilia.

È lecito dunque chiedersi: cosa potrebbe succedere se pubblico foto di bimbi sui social?

Vi proponiamo di seguito tre esempi, tutti reali e molto più diffusi di quanto non si creda:

  1. Bodyshaming: posto una foto inappropriata di mio figlio. Dopo qualche anno viene utilizzata dai compagni di classe per prenderlo in giro.
    Non tutto quello che a noi sembra carino è innocuo. Foto che in un determinato momento ci sembrano dolci o hanno per noi un significato, potrebbero essere utilizzare per arrecarci dolore.
  2. Ricatto: posto una foto inappropriata di mia figlia e la rimuovo dopo poco. La foto è però stata salvata e dopo qualche anno, quando mia figlia è un personaggio in vista, veniamo ricattati per non renderla di nuovo pubblica.
    Succede molto più spesso di quel che non si creda: per ricatto non intendiamo solo una richiesta di soldi (magari ingente) fatta nei confronti di persone in vista, ma anche la semplice minaccia di diffondere uno scatto se non viene fatto in cambio qualcosa.
  3. Furto di identità: una famosa blogger statunitense di nome Natalie posta le foto di sua figlia gravemente malata per sostenere la ricerca e le famiglie in difficoltà. Scopre però che una sua foto è stata utilizzata per una campagna sull’aborto, dove si dice: se avete figli così potete abortire. In molti risalgono a lei, compresi gli altri suoi due figli,  e la accusano, mentre Natalie e vittima a sua volta ed è costretta ad intervenire per arginare una situazione che è però incontrollabile.

In conclusione possiamo affermare: si vive benissimo anche senza postare foto di bimbi, anzi si azzerano rischi inutili, si guadagna tempo e si evita di indurre i più piccoli a una costante ricerca di attenzione mediatica. 

Ma se proprio voleste postarle, cosa si può fare?

In questo caso è consigliabile:

  • rendere privati post e profili;
  • postare solo foto che mostrereste anche a sconosciuti: quindi non bimbi nudi o sessualizzati, e niente nomi di persone e di luoghi;
  • anche le chat possono essere rischiose, per cui è opportuno chiedere ai nostri contatti (su Whatsapp o App simili) di non salvare sul proprio telefono e soprattutto di non far girare ulteriormente foto di bambini che hanno ricevuto.
Dario De Santis

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