Un recente rapporto del Ministero della Cultura affonda lucidamente il coltello nella piaga: i giovani francesi leggono sempre meno giornali e riviste.
Il numero di lettori regolari ha subito negli ultimi dieci anni un calo del 17% e, cosa ancora più grave, soltanto l’1% dei ragazzi compresi nella fascia d’età tra i 15 e i 24 anni pensa che l’accesso all’informazione dei suoi coetanei passi prima di tutto da quotidiani e periodici.
Dare tutta la colpa alla televisione appare troppo scontato agli estensori del rapporto che formulano un’altra ipotesi per spiegare l’inarrestabile distacco tra il mondo dei giovani e quello della carta stampata: se i ragazzi si fermano sempre meno davanti a un’edicola, è colpa di quella che il documento chiama la "cultura del gratuito". A quest’età appare, cioè, assurdo spendere soldi per informarsi! I telegiornali e Internet bastano e avanzano per avere un’idea di quello che accade nel mondo. A questa ipotesi se ne affiancano altre due: una cattiva distribuzione, che non tiene conto dei luoghi quotidianamente frequentati dai giovani, e dei contenuti poco adatti a questa utenza. Soluzioni proposte dal rapporto del Ministero della Cultura?
Non una, ma addirittura otto. Ve ne proponiamo tre tra le più innovative: offrire un abbonamento gratuito di due mesi a un quotidiano a tutti i ragazzi che compiono 18 anni; utilizzare gratuitamente la stampa come supporto didattico in qualsiasi momento dell’anno scolastico; favorire il contatto tra giovani e giornali consentendo la vendita dei quotidiani all’interno delle scuole, a un prezzo ridotto.
In tutti questi casi, sarebbe lo Stato a farsi carico di una parte delle spese che gli editori sosterrebbero qualora si mostrassero sensibili all’iniziativa. E non rischieremmo molto a scommettere che lo saranno di certo, viste le potenzialità di un mercato ancora silente che ha solo bisogno di essere sensibilizzato nel modo giusto.
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