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Frezza: il liceo classico è nel mirino, sarà abolito. Le riforme della scuola parlano inglese. Clil? Imposto, impoverisce l’italiano

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La giurista Elisabetta Frezza, che si è occupata spesso di scuola, è stata ospite del programma “Che idea ti sei fatto?” in onda su Byoblu. Frezza ha fatto una forte critica alle ultime riforme del sistema scolastico, toccando varie tematiche di grande interesse.

Innanzitutto la giurista ha parlato dell’allarme dell’Accademia della Crusca in merito al decadimento della lingua italiana, soprattutto tra i giovani. Il direttore della Tecnica della Scuola Alessandro Giuliani, intervenuto nel corso della trasmissione, ha detto che a suo avviso tra le cause del fenomeno c’è anche l’uso eccessivo della lingua inglese.

Frezza e la colonizzazione culturale che parte dalla lingua

Ecco cosa pensa Frezza: “Si può parlare di colonizzazione culturale che parte dalla lingua. Le riforme del sistema scolastico parlano inglese, sono infarcite di parole, di inglesismi, assorbiti nel nostro sistema, tanto da formare un idioma comune, anche per quanto riguarda le valutazioni”.

E, sulle prove Invalsi: “L’Invalsi è un sistema di valutazione fondato sulle crocette, non stimola all’uso della lingua italiana. Le prove restituiscono comunque uno scenario desolante, ma non c’è bisogno delle prove per capirlo, è auto-evidente. Il Pnrr ha potenziato Invalsi rendendolo un vero e proprio mostro”.

Clil? Strumento imposto

La giurista ha parlato anche del Clil: “Contribuisce al depauperamento della nostra lingua, si spalancano le porte di scuole in asfissia ad uno strumento imposto, accettato dai docenti”. Cosa ne sarà invece di latino e greco? “Credo che il liceo classico sia nel mirino delle riforme, subirà il colpo di grazia e sarà cancellato. Spero di sbagliarmi. Il non coltivare più la calligrafia spinge verso la spersonalizzazione totale. Questa mania dell’innovare per innovare e l’esterofilia ci stanno portando nel baratro. Ci stiamo giocando una generazione intera. Ci stiamo allontanando dalle nostre radici mentre altri stanno capendo il valore dello studio delle civiltà antiche, non solo come studio del passato ma anche come aiuto per capire il presente”.