Home Archivio storico 1998-2013 Personale Ghizzoni: lotta continua per “Quota 96”

Ghizzoni: lotta continua per “Quota 96”

CONDIVIDI

Nel suo blog, la deputata democratica, già presidente della Commissione cultura alla Camera e tra le sostenitrici più convinte fin dalla prima ora delle legittime aspettative dei “Quota 96”, scrive che il Miur “sarebbe” intenzionato a eleminare definitivamente tale questione.
L’on Ghizzoni scrive:
 “poco fa ho appreso che al MIUR:
1. stanno in queste ore definendo se la norma per il pensionamento ha validità dal 1 settembre 2013 (quindi con retroattività giuridica) o dal 1 settembre 2014;
2. non si nascondono la che la questione è difficile.”

Per quanto ne sappiamo, se non si interviene con la retroattività giuridica per molti della “Q96” tutta la lotta finora intrapresa diventa una beffa, anche perché una fetta consistente già l’anno venturo, 2014, maturerebbe quanto la legge Fornero sulle pensioni ha prima negato: a prescindere direbbe Totò.
Una vittoria di Pirro insomma per i partiti e le personalità politiche che si erano esposti e avevano fatto promesse con la mano sul cuore. Una beffa inaudita insomma e un bizantinismo di cui nessuno potrà e dovrà prendersi la patente se venisse così risolto.
Anche sul secondo punto, l’on. Ghizzoni, nonostante l’onesta nell’esporlo, c’è ampio spazio di perplessità: come mai si capisce solo ora che ci sarebbero delle difficolta? Ghizzoni addirittura dice: ”la questione è difficile”. Possibile che nessuno aveva fatto i conti coi conti dello Stato e con tutti i meccanismi che ci stanno dietro? Ma possibile che il nostro Governo è il governo delle parole? Del fumo senza arrosto? Delle elucubrazioni levantine, senza nessuna concretezza di azione?
Ma nel suo blog la deputata democratica continua, precisando: “Poco prima il Segretario del Pd Epifani dichiarava, a seguito del vertice dei ministri PD: “Per il Partito Democratico le priorità da sostenere, tutte contenute nel programma di governo, riguardano la scuola, il rifinanziamento della Cassa integrazione guadagni, il tema degli esodati”. Per il Pd, per il mio partito, il decreto sulla conoscenza è quindi il banco di prova per tenere fede a queste priorità e agli impegni assunti in campagna elettorale”.
E appunto: terrà fede il Pd agli impegni assunti? Da un partito serio, come dovrebbe essere un grande partito di massa, non ci aspettiamo punti interrogativi, ma esclamativi. Reggerà il banco di prova? Non siamo noi a saperlo, ma chi ha chiesto il voto per farlo reggere, promettendo perfino che per incentivare il già secco alveolo della Conoscenza non si sarebbero acquistati gli aerei F35 e si sarebbero ridotti le spese per la difesa.
Eppure Ghizzoni sa (noi lo apprendiamo dal suo blog) che “una aspirante pensionanda della scuola ha iniziato lo sciopero della fame e della sete: ne ho dato comunicazione a chi ha responsabilità decisionali”.
E di fronte a tanto sconforto e disperazione cosa si intende fare , oltre ad avvisare “chi ha responsabilità decisionali”?
Da lodare l’iniziativa dell’avviso, ma per tutto il resto? Come andrà a finire, considerato che il primo settembre il personale della “Quota 96” dovrà presentarsi nelle scuole, questo guazzabuglio morale e giuridico?
E in ultimo vogliamo dire una cosa: nessuno ha pensato alla resa professionale di queste persone quando sarà sul campo? Con quale animo, coraggio, entusiasmo, impegno, dedizione, passione potranno i docenti “Q96” lavorare? Nessuno si è reso conto che le classi dove sarà rigettato questo personale non potranno contare in un insegnamento effettivamente efficace e proficuo e quindi degno di tale nome?
Quella docente che ha iniziato lo sciopero della fame, cosa potrà dire, se raggiungerò la cattedra che aveva pensato di lasciare, ai suoi alunni dopo una esperienza così straziante e dura? Ma può essere che nessuno lo capisce?
Da mia madre ho imparato a lottare. Lei lo ha fatto tutta la vita, privata e pubblica. Si è impegnata molto per la conquista dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici in particolare: diritti conquistati in anni, ripeto, anni di dure battaglie. Se lei e le sue compagne si fossero fermate al primo no dei “padroni” ben poche tutele (a garanzia del lavoro di tutti) avrebbero raggiunto. Ecco perché ostinatamente mi sono impegnata dal gennaio 2012 in questa impresa. Dove/dovevamo mollare alla bocciatura del primo emendamento? Mi dispiace, ma non è quello che mi hanno insegnato. E spero che anche con i vostri alunni (e i vostri figli) sappiate valutare e ponderare l’impegno profuso oltre al risultato raggiunto.”
E in questo, per la battaglia continua, solidarizziamo con Ghizzoni, ma talvolta lo scoraggiamento ha pure legittimità di intervenire e in questo caso, nel caso dei “Q96”, dopo due anni di attese e di promesse bisogna prendere atto che qualcosa non ha funzionato a dovere.