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Giornata contro la violenza sulle donne, Bonetti: “La violenza non ha ragioni, cambi il racconto che se ne fa”

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Alla vigilia della Giornata contro la violenza sulle donne, la Ministra per le pari opportunità e la famiglia Elena Bonetti interviene nel dibattito al Senato della Commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza in genere, che in diretta sulla web tv del Senato ha condotto l’incontro intitolato “Dalla parte delle donne. Il ruolo fondamentale dei centri antiviolenza in occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.”

Il tema della solitudine e della comunità

“Siamo tutte compagne di strada,” esordisce la Ministra, che fa del proprio discorso un confronto autentico e poco retorico con le altre organizzazioni presenti all’incontro, tra cui Casa Internazionale delle donne, Telefono Rosa, Dire, Non una di meno, Differenza Donna e molte altre.

“Condividiamo la stessa chiamata per metterci al servizio delle sorelle che abbiamo in tutto il Paese, condannate a una situazione di solitudine,” continua la Ministra. “La solitudine è l’arma principale della violenza.”

Ecco perché l’importanza di fare rete, un obiettivo rispetto al quale la Ministra si dice estremamente felice della straordinaria alleanza trasversale in Parlamento tra tutti le parti e i colori politici. “Io certifico di una comunanza di metodi e obiettivi comuni tra tutte le forze parlamentari.” afferma la Ministra Bonetti. “La rete di società civile deve essere il punto cardine, il nodo nevralgico tra tutte le altre realtà.”

Dunque solitudine e comunità sono i due temi centrali del discorso della Ministra, che ha anche chiarito quali siano le risorse oggi a disposizione dei centri antiviolenza.

Il tema delle risorse

A riguardo Elena Bonetti ci informa: “Per il 2019 abbiamo messo a disposizione dei centri antiviolenza 30 milioni di euro, una cifra che viene affidata alle Regioni per fare le risorse alle case rifugio; inoltre un bando ulteriore ha erogato 5 milioni di euro direttamente alle case rifugio per l’emergenza della pandemia.”

Il tema della Governance

Quanto alla governance del sistema, la Ministra ci spiega: “Stiamo costruendo entro il sistema uno strumento di monitoraggio nazionale dei fondi, per garantire uniformità di metodo e di prospettiva rispetto al piano strategico nazionale, perché pari opportunità significa che tutte le donne nel paese devono potere contare sugli stessi servizi.”

Il tema della promozione

Il tema della promozione è tra i più coinvolgenti tra quelli espressi dalla Ministra, che parla di “passaggio culturale ulteriore per promuovere la presenza femminile come presenza di valore. Proporre l’esperienza al femminile per sconfiggere insidie, ingiustizia, non-valorizzazione.”

E ancora: “La centralità dell’educazione è anche atto di contrasto alla violenza esercitata contro le donne. Le istituzioni non possono tacere rispetto al racconto che si fa della violenza delle donne.”

“La violenza non può avere ragioni. Costruire un contesto di responsabilità della donna o la giustificazione di un atto toglie verità. La violenza è fuori da qualunque ragione: ed è questo l’approccio culturale che dobbiamo costruire. Estirpare qualunque ragione della violenza. Non c’è vittima che sia corresponsabile nell’atto di violenza che subisce.

Inoltre la Ministra pone anche grande atttenzione alle nuove generazioni. “Parlare di iolenza assistita non è corretto, la violenza non è mai assistita per un bambino, perché è comunque violenza subita. Per questo il minore va protetto assieme alla madre, per costruire per entrambi una prospettiva di vita e di coraggio.”

La scuola

Sulla scuola interviene Antonella Vetri, Presidente di D.i.Re, Donne in Rete contro la violenza, che afferma la necessità di portare a scuola le questioni della parità di genere, come tratto fondamentale della formazione dei ragazzi e dei bambini.

A seguire, l’intervento sul tema del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte: “Il terreno dell’educazione è quello su cui si gioca la sfida decisiva. L’educazione alla parità di genere deve essere il centro di tutta la filiera educativa, dalla scuola dell’infanzia all’università, perché passi il concetto della diversità come arricchimento della propria persona. Tutto questo deve entrare nella didattica e nella formazione. Occorre una rivoluzione educativa.”