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Giornata della scrittura a mano, per ridare importanza ad una attività che contribuisce alla vitalità celebrale

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Valorizzare la scrittura a mano e la calligrafia, questo è l’obiettivo della proposta della Camera dei Deputati di istituire ogni 23 gennaio la giornata “nazionale della scrittura a mano”.

Si tratta di una ricorrenza che vuole contribuire al rilancio della scrittura a mano, attività che solo apparentemente potrebbe sembrare anacronistica ma che invece secondo studi recenti sembra contribuisca alla vitalità celebrale molto di più di quanto non riesca a fare l’utilizzo dei supporti digitali.

Giornata internazionale della scrittura a mano, tutto parte dagli Stati Uniti

La giornata Nazionale della scrittura a mano in realtà è una ricorrenza che viene celebrata a livello internazionale. Ad ispirare la ricorrenza italiana, la sua versione internazionale ovvero l’Handwriting Day. Istituito nel 1977, proprio il 23 gennaio, dalla statunitense Writing Instrument Manufactures Association (WIMA), nacque con l’obiettivo di scongiurare la progressiva scomparsa della scrittura manuale. La scelta della data non è casuale: il 23 gennaio 1737 nacque infatti uno dei padri fondatori degli Stati Uniti d’America, John Hancock, che, come presidente del congresso, fu firmatario della dichiarazione di indipendenza.

Il motivo fondante della celebrazione è molto importante. Come riporta la proposta della Camera “scrivere a mano costituisce elemento di espressione e preservazione della storia della lingua e della cultura italiana. Inoltre, rappresenta uno strumento per lo sviluppo delle capacità cognitive e creative, oltreché per contrastare l’analfabetismo“.

Recenti studi sembrano confermare l’importanza della scrittura

Recenti studi dimostrano l’importanza di un’attività che contribuisce a mantenere attivo il cervello, molto di più degli strumenti digitali, che invece hanno preso piede in maniera ormai invadente nella vita di tutti i giorni e di tutte le persone, soprattutto dei più giovani, privandoli al contrario di una grande opportunità quella data dalla scrittura manuale, in grado di preservare le loro capacità.

Uno di questi studi che sembra confermare questa teoria è quello portato avanti dall’ Università norvegese di Scienza e Tecnologia, pubblicato su Frontiers in Psychology (fonte TGCOM) che ha esaminato le reti neurali nel cervello durante la scrittura a mano e a macchina. In sostanza, i ricercatori hanno dimostrato che la connettività tra diverse regioni del cervello è più elaborata quando le lettere vengono formate a mano. Questa connettività cerebrale migliorata, fondamentale per la costruzione della memoria e la codifica delle informazioni, potrebbe indicare che la scrittura a mano supporta l’apprendimento. Detta in altro modo le reti neurali nel cervello durante la scrittura a mano connettono più regioni di questo organo, aumentando la memoria e la codifica delle informazioni. Pratica che mantiene vitale in cervello, supportando l’apprendimento e quindi la crescita.

Anche il Ministro del MIUR Giuseppe Valditara in una nota ha voluto ribadire la grande importanza nel riavvicinare “i giovani all’uso di carta e penna. La scrittura manuale stimola lo sviluppo cognitivo. Per questo abbiamo deciso, insieme con il divieto del cellulare fino alla terza media, che, a partire da questo anno scolastico, gli scolari tornino a utilizzare il diario cartaceo per annotare i loro impegni e le attività quotidiane. Ciò non significa rifiutare la tecnologia, ma promuovere un uso consapevole degli strumenti digitali, come previsto dalle Linee guida sull’Educazione civica

Erosione delle capacità mentali, fenomeno da non sottovalutare

Il fenomeno della diminuzione delle capacità mentale non è da sottovalutare. Come riporta Ansa “la bulimia all’anoressia, dall’autolesionismo agli attacchi di ansia, di panico fino ai tentativi di suicidio: i disturbi di carattere psicologico dei giovani sono in crescita continua ed esponenziale.” Ma a questi si aggiunge anche la progressiva erosione delle capacità mentali dei ragazzi. C’è infatti un calo evidente, “incontrovertibile”, legato all’abuso del digitale sia nella scrittura che nella lettura

Forte preoccupazione per questo fenomeno da parte degli esperti, che non deve essere sottovalutato dalla politica e dagli addetti ai lavori.

Lo riporta anche Andrea Cangini, giornalista ed ex parlamentare, direttore dell’Osservatorio Carta, Penna & Digitale, un centro di analisi permanente istituito dalla Fondazione Luigi Einaudi “Alcune facoltà essenziali, come la memoria, lo spirito critico e soprattutto la capacità di concentrazione sono sempre meno nella disponibilità delle nuove generazioni”.

I giovani stanno riducendo progressivamente la loro capacità mentale e se pensiamo che saranno gli adulti e la classe dirigente e politica di domani la cosa non ci fa stare per niente sereni