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Gli immigrati preferiscono la privata

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I dati si trovano nel volume “Alunni con cittadinanza non italiana. Tra difficoltà e successi”, realizzato dal Miur in collaborazione con la Fondazione Ismu (Iniziative e studi sulla multietnicità) e presentato nei giorni scorsi.

In pratica le famiglie degli immigrati, che hanno la possibilità economica, scelgono le scuole private al posto della pubblica, fatto che che dimostrerebbe pure l’incapacità della scuola statale di realizzare sia una reale integrazione e sia di impedire insuccessi e ritardi di questi alunni.

Infatti nell’anno scolastico 2013/2014 gli alunni stranieri in ritardo, respinti quindi,  rappresentavano il 14,7% nella primaria (contro l’1,9% degli italiani); il 41,5% nella secondari di primo grado (contro il 7,4% degli italiani) e il 65,1% nella secondaria di secondo grado rispetto ad un 23,3% dei giovani connazionali.

Secondo quanto dice l’Ismu i tassi di ripetenza degli alunni migranti nello scorso anno scolastico confermano nuovamente il divario tra italiani e stranieri in tutti gli ordini scolastici e in particolare nei primi anni di corso. Nelle secondarie di secondo grado, gli istituti professionali registrano il tasso di ripetenza più elevato di tutti (14,8%) con percentuali di bocciature al primo anno di corso che raggiungono il 22,7%.

Anche se gli alunni stranieri stanno migliorando, segnando un netto miglioramento, rimane il fatto che le scelte dei migranti nella scuola secondaria superiore sono ancora per la maggior parte verso gli istituti tecnici (38,5%) e professionali (37,9%) rispetto ai licei (23,5%).

Ma è stato pure notato che i diplomati immigrati nei tecnici e professionali accedono agli atenei in misura maggiore rispetto ai compagni italiani: più che doppia e addirittura quadrupla la percentuale di immatricolate straniere provenienti dai tecnici rispetto alle ragazze italiane.

Nel 2013 inoltre i giovani Neet con cittadinanza non italiana rappresentavano il 15,8% del totale, con un’incidenza maggiore rispetto agli italiani sulla popolazione della stessa età, ma con la differenza che i Neet italiani sono prevalentemente maschi, mentre quelli comunitari sono per il 67,3% giovani donne. Infine dal 2008/09 ad oggi si è registrato un progressivo rallentamento nell’incremento delle iscrizioni, conseguente alla stabilizzazione dei flussi migratori verso l’Italia.