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Green pass: distrattore rispetto ai veri problemi della scuola

L’utilizzo del green pass per il personale scolastico è  diventato un vero distrattore di massa rispetto ai veri problemi della scuola e ai veri diritti. Si blatera di diritto alla libertà  scambiandola con: “faccio quel che mi pare”,cosa che un insegnante in genere non permette agli alunni e sanziona i comportamenti irresponsabili e che ledono i diritti degli altri.

“La mia libertà  si ferma davanti alla libertà degli altri” dovrebbero insegnare .I sindacati cavalcano questa protesta, talaltro di una minoranza di prof no-vax seppur rumorosa rispetto a una maggioranza silenziosa di vaccinati. Ed il bello è che trovano sponda anche da parte di insegnanti vaccinati ma solidali. Ma solidali di che? Di essere infettati o di consentirgli di stare in biblioteca o in segreteria per proteggerli da una probabile incubazione del virus? E questo mi dà  spunto per sollevare un altro problema: in segreteria ci mettono i docenti inidonei, ex bidelli e ora si propone anche i docenti no-vax. Significa sottovalutare (e non a caso sottopagare) il ruolo della segreteria scolastica oggi.

Una volta erano gli ex provveditorati che facevano tutto. Ma adesso, con l’autonomia scolastica, tutto ricade sulle scuole. E c’è  bisogno di più  assistenti amministrativi e competenti. Invece i politici sono rimasti ancora alla vecchia segreteria che rilasciava solo certificati. Adesso c’è  da fare le pensioni, le ricostruzioni di carriera, i pagamenti dei supplenti, le graduatorie dei docenti ed ATA  e così  via.

I sindacati piuttosto che fare battaglie sacrosante come questa o quella di far pagare i docenti quando faranno i recuperi dal 1 settembre che un’ordinanza ministeriale pretende obbligatori e gratuiti o ancora quella di chiedere aumenti stipendiali nella scuola che è  trattata come la cenerentola di tutti i dipendenti statali, si battono per eliminare il green pass! Forse temono di perdere la guerra ancora prima di battagliare e distraggono il popolo della scuola con le scaramucce.
Eugenio Tipaldi

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