Home Alunni I bimbi non sono untori: lo dicono gli studi

I bimbi non sono untori: lo dicono gli studi

CONDIVIDI

In base alle conclusioni degli studi scientifici sul tema coronavirus,  passati in rassegna dalla Semm (School of Molecular Medicine) e da Ieo (Istituto europeo di oncologia) di Milano, i bambini sospettati di essere ‘untori’ di Covid-19 non corrisponde ai risultati delle ricerca. Vengono però evidenziate  le conseguenze che una chiusura prolungata delle scuole può avere sulla loro salute psico-fisica.

I bambini? bassissimo il contagio

“I bambini rappresentano una percentuale molto bassa dei casi documentati di Covid-19” e “questa è una certezza”. Ma qual è il loro ruolo nella trasmissione di Sars-CoV-2? Scarso. Non solo secondo i dati raccolti finora “raramente il contagio parte dai bambini”, sia nei confronti dei coetanei che degli adulti. Ma quel che è più importante, per i possibili effetti sulle decisioni politiche future, è che “sembra improbabile che l’apertura delle scuole e degli asili possa portare a un incremento significativo della mortalità”. Di più: “La chiusura delle scuole da sola” sarebbe “in grado di impedire al massimo il 2-4% dei decessi, molto meno di altri interventi di distanziamento sociale”.

La letteratura clinica

Entrando nel merito, scrive Adnkronos-Salute, di alcuni degli studi, “una pubblicazione online il 6 aprile sintetizza tutta la letteratura su questo argomento, e mostra che non ci sono casi di trasmissione da bambino a bambino o da bambino ad adulto. Qualche raro report descrive casi di contagio da bambini ad adulto, ma l’apparente precedente contagio dei bambini rispetto agli adulti potrebbe essere dovuto soltanto a un periodo di incubazione minore nei bambini”.

L’esperienza australiana

E ancora: “Il Centro nazionale australiano per la ricerca sull’immunizzazione nel Nuovo Galles del Sud ha descritto il caso di 9 studenti delle scuole primarie e superiori e 9 membri del personale con confermato Covid-19. Queste 18 persone hanno avuto contatti con 735 studenti e 128 dipendenti, e solo 2 bambini hanno contratto il Covid-19 da questi casi scolastici iniziali e nessuno del personale”. Infine, “finora non ci sono notizie di focolai di Covid-19 nelle scuole svedesi”. Tutte evidenze a sostegno della tesi che, “anche se ci sono bambini asintomatici che frequentano le scuole, è improbabile che diffondano il contagio”.

Lancet

“Uno studio pubblicato invece il 1 maggio su ‘The Lancet Public Health’  ha evidenziato la necessità di tenere in considerazione rischi e benefici della chiusura delle scuole, compreso il fatto che, senza adeguate misure di sostegno, questa misura aumenta il bisogno di assistenza all’infanzia anche da parte di genitori impegnati a gestire l’emergenza Covid-19 come operatori sanitari, annullando di fatto i benefici che la chiusura delle scuole potrebbe avere nel ridurre il numero di morti”.