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I bulli gli rubano le scarpe, istituto contro i genitori. Crepet: “No a cose da miliardari ai bambini, ma a scuola si va come si vuole”

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Sta facendo scalpore il caso di un ragazzo di quattordici anni a cui i bulli hanno rubato le scarpe a scuola, costringendolo a tornare a casa scalzo. A fare discutere soprattutto la posizione dell’istituto, che ha accusato i genitori della vittima della vessazione di aver sbagliato a mandare il proprio figlio a scuola con scarpe costose.

“Non si può fingere di essere poveri”

Il ragazzino a quanto pare si è chiuso in sé stesso, poi il caso sarebbe finito sui social ma, al momento, non ci sarebbero denunce. A dire la sua è stato lo psichiatra e sociologo Paolo Crepet, a Il Corriere della Sera: “Costose chi lo decide? Il preside? Mi pare un po’ un’ipocrisia. Poi sì, è possibile siano anche molto costose. Detto questo, credo che dobbiamo capire che a scuola uno ci va come vuole, non può andare con le scarpe bucate per far finta di essere povero se non lo è”.

“Credo che la scuola debba fare la sua funzione. Se vengono rubate delle scarpe vanno ridate le scarpe, altrimenti il principio è diseducativo”, ha tuonato. “Immagino che il direttore di un istituto dove è avvenuta una cosa di questo genere debba intervenire affinché questa faccenda venga chiarita”.

“Non credo sia giusto regalare ad un bambino cose da miliardari ma se un bambino va con la bicicletta nuova dentro la scuola e gli viene rubata bisogna trovare il colpevole, come prima cosa, e poi accettare di consolare il bambino finché non viene ritrovato il suo oggetto”, ha concluso Crepet.

Le sneakers erano molto costose

Quando i genitori sono andati a chiedere spiegazioni su chi abbia rubato le sneakers, il personale scolastico ha fatto osservare alla famiglia che aver concesso al proprio figlio di andare in classe con delle scarpe firmate e costose è stata un’ingenuità.

Le scarpe, a quanto pare molto costose, erano state acquistate dopo tanti sacrifici del giovane. “Non doveva mandare suo figlio a scuola con delle scarpe così costose”, si sarebbe sentito dire il genitore da uno dei referenti.