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I COBAS denunciano: nella provincia di Bolzano discriminati i docenti di madrelingua italiana

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Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha recentemente firmato il Decreto legge 36/2022 che riforma l’accesso alla professione docente, portando i CFU da conseguire post-laurea a 60 e fissando il prezzo dei relativi corsi universitari in 2500 Euro.

A giorni sarà bandito l’ultimo concorso riservato ai docenti precari da almeno tre anni in possesso di 24 CFU che ha avuto da poco il via libera di Bruxelles. Chissà se alla UE hanno capito che neppure questo ennesimo concorso servirà a stabilizzare gli innumerevoli precari bensì ad umiliarli per la terza volta prima di chiedere loro anche di versare un balzello di 2500 euro?! E sì che, con parere motivato INFR (2014) 4231 del 19 aprile 2023, la Commissione europea ha esortato l’Italia a prevenire l’abuso di contratti a tempo determinato e ad evitare condizioni di lavoro discriminatorie nel settore pubblico nel rispetto della direttiva 1999/70/CE. La Commissione europea vorrebbe dunque stabilizzare i docenti precari con i titoli che già possiedono. Non ha rilevato che mancano loro 36 CFU, bensì che manca loro un posto a tempo indeterminato e che ne hanno diritto.

La Commissione Europea, inoltre, probabilmente ignora che con decreto legislativo 18/2018, che va ad integrare il D.P.R. 89/83 con l’art. 12/bis, la Provincia Autonoma di Bolzano ha ottenuto la delega per disciplinare “la formazione iniziale degli insegnanti delle scuole di ogni ordine e grado dei tre gruppi linguistici della Provincia di Bolzano” istituendo i “relativi percorsi formativi abilitanti e specializzanti” e autorizzando “la Libera Università di Bolzano o il Conservatorio di musica alla loro attivazione”, tale per cui “l’abilitazione e la specializzazione conseguite secondo i percorsi formativi stabiliti dal comma 1 hanno la validità su tutto il territorio nazionale”. E i suddetti percorsi formativi abilitanti e specializzanti sono stati istituiti presso la Libera Università di Bolzano (deliberazione provinciale 206/2020 e seguenti), funzionano a pieno regime, ma vi si possono iscrivere solamente gli insegnanti di madrelingua tedesca e ladina. Detti percorsi non sono selettivi, sono finanziati totalmente dalla Provincia di Bolzano e sono aperti a chiunque abbia un contratto a tempo determinato in una scuola del territorio altoatesino. Tranne gli insegnanti di madrelingua italiana.  Nondimeno gli insegnanti di madrelingua tedesca e ladina – in quanto cittadini italiani e dipendenti del Ministero dell’Istruzione e del Merito italiano – possono insegnare in tutta Italia in virtù di un titolo non accessibile agli altri insegnanti italiani.

Probabilmente la Commissione europea ignora anche che la Provincia di Bolzano ha avviato addirittura dei percorsi abilitanti per stabilizzare insegnanti di madrelingua tedesca e ladina addirittura privi di titoli, ossia maestri di scuola primaria muniti soltanto di diploma di scuola superiore (qualsiasi!) per l’insegnamento nelle scuole primarie tedesche (delibera provinciale 751/2021) e del tedesco nelle scuole primarie italiane (delibera provinciale 817/2023) e insegnanti di sostegno muniti solo di laurea breve (delibera provinciale 1363/2018). Il tutto, alla faccia dei maestri con diploma magistrale che nel resto d’Italia si sono visti licenziare anche dopo aver assunto il ruolo! Come nulla fosse, la stessa Provincia di Bolzano ha già annunciato e pubblicizzato nel sito della Libera Università di Bolzano che per i docenti di madrelingua italiana del territorio si uniformerà alla riforma nazionale di cui sopra, apprestandosi ad avviare i corsi per acquisire i 60 CFU.

Il problema dell’abuso di contratti a tempo determinato nella scuola in Italia si può superare: in provincia di Bolzano è già stato superato ma soltanto per gli insegnanti di madrelingua tedesca e ladina, mentre per quelli di madrelingua italiana rimane una chimera. Non tutti i cittadini dunque hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge: per stabilizzare il personale insegnante, il Ministero opera una distinzione di lingua, una discriminazione etnica. Per essere meritevoli, in Italia bisogna essere di madrelingua tedesca o ladina.

Giuseppe Zambon COBAS Scuola Padova

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