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I ginecologi chiedono di istituire una nuova materia: “Educazione sessuale”

Trasformare l’educazione sessuale in una materia di studio: è la proposta che i ginecologi italiani hanno presentato il 30 giugno durante il Convegno nazionale “Educazione sessuale, nuovi attori per nuovi bisogni” tenuto al Senato. Secondo la loro associazione più rappresentativa, la Sigo – Società italiana di ginecologia e ostetricia –, i ginecologi hanno spiegato che l’educazione sessuale è come quella fisica: una vera e propria materia scolastica da insegnare ai ragazzi per restare in salute. Una materia la cui introduzione sarebbe divenuta sempre più necessaria alla luce degli ultimi dati: una ragazza su tre non usa alcuna precauzione per la sua “prima volta” e il 50 per cento continua a non proteggersi neppure in seguito. “E come per ogni altra materia, vanno definiti programmi precisi con libri di testo specifici e validati – ha detto Alessandra Graziottin, direttore del reparto di Ginecologia del San Raffaele Resnati di Milano – e con indicatori di efficacia, per docenti e studenti, per valutare la buona riuscita dell’intervento formativo”.
Nelle scuole di diversi Paesi del vecchio continente l’educazione sessuale viene da anni insegnata regolarmente: in Germania dal 1970, in Francia dal 1973, in Svezia dal 1956. In Inghilterra, dove negli ultimi anni si è assistito al record di aborti e gravidanze indesiderate fra le adolescenti, il Governo starebbe studiando il modo di introdurla già dalle elementari. Ma in Italia, dove la prima proposta di legge in merito risale al 1910, nessun tentativo è riuscito a raccogliere consensi sufficienti per il varo di una legge nazionale.
“La scuola resta il campo più controverso, anche se noi operatori siamo pronti”, ha detto Emilio Arisi, componente del Direttivo Sigo, che ha anche sottolineato il dato di un sondaggio del 2007: il 67% degli intervistati è risultato favorevole all`introduzione negli istituti superiori italiani di una distribuzione diretta e controllata di contraccettivi, pillola e preservativo, alla presenza di un medico. È questo sarebbe anche il modello utilizzato nei Paesi Bassi – la duplice protezione, il cosiddetto “doppio olandese” – dove si conta una delle più basse percentuali di ragazze madri al mondo.
Secondo i ginecologi italiani parlare a scuola di questi argomenti con personale competente diventa così una vera e propria arma preventiva: da utilizzare, se si vogliono evitare aborti, malattie e infertilità futura, prima che se ne senta il bisogno. A tal fine, avvertono i ginecologi, “servono medici formati negli istituti superiori per parlare agli studenti”. E gli esperti medici non hanno dubbi sull’utilità della distribuzione di contraccettivi nelle scuole superiori: perché è utile per sensibilizzare i giovani sull’importanza di praticare sesso con responsabilità per salvaguardare la loro salute e anche la fertilità futura. Ma non solo. Per “colmare l’ignoranza dilagante – hanno spiegato i medici – servono soprattutto interventi strutturati nelle classi, da parte di medici e psicologi”. Partendo da questo presupposti, la Sigo sta realizzando un decalogo destinato proprio ai ginecologi che vogliano insegnare educazione sessuale: si tratta di un “pacchetto completo” di diapositive, poster, guide per gli insegnanti e i ragazzi promosso dal progetto “Scegli tu”, dedicato ad una sessualità consapevole, disponibile dall`inizio del prossimo anno scolastico.
I ginecologi hanno illustrato il loro progetto anche a tecnici, medici, istituzioni e rappresentanti del mondo sportivo, come Margherita Granbassi e Diana Bianchedi resisi disponibili a fare da testimonial per campagne sul sesso sicuro e, Presidente della Commissione Italiana Atleti del Coni. E da loro è anche arrivata una proposta alla Sigo: “La Società scientifica si renda disponibile per corsi di formazione agli allenatori e agli atleti sui temi dello sviluppo sessuale e della contraccezione consapevole. Un modo per rendere sempre più nutrito, saldo e compatto il fronte di chi si impegna contro la disinformazione, per mettere i nostri giovani al riparo dai rischi”.
Alessandro Giuliani

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