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I Promessi Sposi alla conquista degli Usa

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I Promessi Sposi, il capolavoro di Alessandro Manzoni, pubblicato per la prima volta nel 1840, sta per uscire in libreria negli Usa con la nuova traduzione americana dell’italianista Michael Moore che ha già fatto conoscere ai lettori degli Stati Uniti libri di Calvino, Moravia e Primo Levi ma anche Erri De Luca, Sandro Veronesi e Nicola Gardini.

Dopo mezzo secolo di attesa, dopo le traduzioni classiche, fra cui celebre quella del 1951 di Archibald Colquhoun, ecco dunque la nuova traduzione in inglese dei Promessi sposi col titolo The Betrothed edito dalla casa editrice Modern Library, prefazione della scrittrice Jhumpa Lahiri, americana che, da tempo, usa la nostra lingua per le sue opere.

Le novità singolari, nella nuova versione, riguarderebbero lo Sfregiato, uno dei ‘bravi’ di Don Rodrigo, che diventa Scarface, proprio come il gangster interpretato da Al Pacino, mentre Tira-dritto, un altro dei bravi prende il nomignolo di Straight Shooter e l’Innominato passa col soprannome di The Nameless One e Azzeccarbugli diventa dunque Argle-Bargle.

Moore, che per anni è stato anche interprete della Rappresentanza Permanente italiana all’Onu e di vip della cultura italiana di passaggio a New York, è così attaccato a questo concetto che ha incluso nel contratto con la Modern Library di Random House la condizione che la sua versione dei ‘Promessi Sposi’, quando uscirà in Gran Bretagna, sia identica a quella che il 13 settembre sarà pubblicata negli Usa.

Il romanzo, fanno rilevare gli studiosi di italianistica in Usa, in America è semisconosciuto, ma come in altre parti del mondo dove dell’Italia si conosce solo  l’arte del rinascimento e qualcosa di Dante Alighieri.

In ogni caso la traduzione “sarà una pietra miliare per la letteratura”, ha scritto Jumpha Lahiri nella prefazione al lavoro “da certosino” di Moore che promette di dare a un classico della letteratura italiana il posto che merita accanto ad altri grandi romanzi internazionali dell’Ottocento. 

“Di Dante esce una traduzione all’anno”, osserva Moore con l’ANSA: “L’ultima di Manzoni risale a 50 anni fa”. Come aggiornare dunque un testo dal periodare lungo e complesso, frutto a sua volta di una ‘auto traduzione’ dell’autore dopo aver “risciacquato i panni in Arno”?