Home Personale I sindacati in audizione al Senato: servono 300 milioni per salvare gli...

I sindacati in audizione al Senato: servono 300 milioni per salvare gli scatti del 2013

CONDIVIDI

Bisogna recuperare gli oltre 300 milioni di euro sottratti alle anzianità 2013 dal Governo Letta (con il Dpr 4 settembre 2013, n. 122). È la criticità principale segnalata il 4 febbraio dai sindacati della scuola in audizione in Commissione Cultura del Senato sul Decreto Legge “scatti”. Secondo la Uil Scuola è l’unico modo per superare “la doppia penalizzazione dei lavoratori della scuola che vedono sommato il blocco del contratto al prelievo di somme già stanziate nel rinnovo precedente e destinate alla progressione economica per anzianità”. La Flc-Cgil ha spiegato che occorre “ripristinare gli scatti di anzianità per le annualità 2012-2013 senza intaccare nuovamente il fondo per il miglioramento dell’offerta formativa”.

La Cisl Scuola ha evidenziato nel suo intervento, di cui è stata consegnata formale “memoria” alla presidenza della Commissione, “la portata complessiva della questione ‘scatti’, di cui il decreto sana provvisoriamente soltanto una piccola parte” e ha chiesto di inserire in sede di conversione del provvedimento norme che risolvano altre due emergenze altrettanto pressanti, quella delle posizioni economiche del personale Ata e quella della decurtazione del Fondo Unico Nazionale dei dirigenti scolastici. “Solo in questo modo – ha sostenuto la Cisl Scuola – il provvedimento potrà assumere maggior valore e peso: non solo un ‘pannicello caldo’ con cui porre rimedio a operazioni maldestre, ma concreta dimostrazione di voler rivolgere alla scuola quella diversa attenzione che da tempo attende”.

Anche la Uil Scuola ha sollecitato l’introduzione di una norma interpretativa “che non richiede coperture economiche” per ripristinare le posizioni economiche Ata, il cui blocco – ha spiegato – “causa disservizi e incertezze al personale e alle scuole. Questa situazione, inoltre, rischia di alimentare un colossale e costoso contenzioso nel quale l’amministrazione risulterà perdente. Infatti le prestazioni aggiuntive corrispondenti sono state svolte e retribuite. Va subito bloccato il recupero delle somme già pagate dal 2011, come pubblicamente affermato dal Ministro dell’Istruzione”. E sempre la Uil Scuola ha sollecitato l’avvio del rinnovo del contratto della scuola e una soluzione per la questione riguardante i Dirigenti Scolastici oggetto di un prelievo sulla retribuzione derivante dalla contrattazione regionale, per la quale è stato proclamato lo sciopero per il 14 febbraio.

“Abbiamo inoltre sottolineato – ha detto Mimmo Pantaleo, leader Flc-Cgil – la necessità di trovare le risorse necessarie per il rinnovo del contratto nazionale per tutti i dipendenti pubblici. È confermata la nostra indisponibilità a interventi di riduzione del salario e dei diritti per le future immissioni in ruolo dei precari”. Per il sindacalista “non è pensabile continuare a penalizzare le condizioni di lavoro, tagliare i finanziamenti pubblici all’offerta formativa e distruggere la contrattazione”. “L’introduzione delle misure richieste sarebbe il segnale tangibile dell’attenzione che la politica vuole dedicare alla scuola pubblica” conclude Pantaleo avvertendo che la Flc continuerà con le iniziative di mobilitazione “per evitare ulteriori colpi alla qualità dell’offerta formativa e alla autonomia organizzativa e didattica delle scuole”.

Forti critiche sono presenti anche nel documento presentato dall’Ugl Scuola alla VII Commissione del Senato sul dl “scatti”. “Bisogna tener conto del fatto che l’età media di assunzione nella scuola – si legge – è molto elevata e i meccanismi attuali penalizzano tutti i lavoratori, in particolare i neo assunti. E non dobbiamo dimenticare l’elevato tasso di precarizzazione che, da sempre, affligge il comparto e che negli ultimi anni ha raggiunto livelli inaccettabili. Inoltre, il meccanismo di progressione della carriera attualmente prevede, in modo ingiusto, il riconoscimento dei primi quattro anni di pre-ruolo per intero e del periodo eccedente nella misura dei due terzi. In più, nell’arco della carriera lavorativa scolastica, viene a mancare il tempo utile per maturare le massime posizioni stipendiali”, ha concluso l’Ugl Scuola.