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I vecchi annosi problemi della scuola

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Tra poco più di dieci giorni avrà inizio il nuovo anno scolastico che ripresenterà sul tavolo i vecchi e annosi problemi di sempre, mai risolti e che ad ogni principio di settembre si riprensentano puntuali. Rispetto agli anni passati l’anno scolastico 2016/2017 si aprirà in maniera turbolenta con i sindacati confederali che rivendicano i diritti dei lavoratori (a parole!) e che minacciano di indire uno sciopero generale del mondo della scuola che farà solo rumore cercando di strappare dal Governo qualcosina di quanto promesso.

Nell’agenda dei lavori figura il rinnovo del contratto nazionale del lavoro fermo al 2009 che ha sottratto oltre 200 euro di aumenti annui dalle tasche dei lavoratori. Su questo punto il Governo Renzi sembra aver promesso un amento più consistente, legato indubbiamente a fini elettorali in vista del referendum costituzionale che si voterà in autunno. Ma oltre al rinnovo del contratto vi sono i decreti delega della legge 107/2015 da approvare entro gennaio 2017 che contengono altre novità (ovviamente non buone) per il mondo della scuola, dato che possiamo aspettarci di tutto da Viale Trastevere che giornalmente ci inonda di sorprese da cardiopalmo.

Tuttavia occorre dire che pesano sull’avvio del nuovo anno scolastico molte grane che hanno caratterizzato l’estate, ossia lo scempio della mobilità delle fasi C e D che ha visto la trasmigrazione di migliaia di docenti meridionali verso le regioni del Nord, l’esito vergognoso del concorso ha cattedre che ha determinato un esagerato numero di bocciati nelle diverse classi di concorso e il balletto quasi quotidiano di dimissioni e sostituzioni di commissari all’interno delle commissioni giudicatrici, nonostante il raddoppio dell’esiguo compenso di marca renziana, la questione del bonus premiale dei docenti meritevoli, la mancata cancellazione delle supplenze che, invece, continueranno a proliferare dati gli esiti concorsuali.

A ciò si aggiunge la mancia dei 500 euro per la formazione professionale dei docenti che quasi obbliga gli insegnanti ad iscriversi ai corsi gestiti da enti del Miur e tante altre novità che sembrano uscire poco per volta dal vaso di Pandora. L’anno si aprirà in uno stato confusionale e molte istituzioni scolastico avranno la reggenza dei Dirigenti Scolastici, dal momento che si attende per la fine del 2016 l’emanazione del bando per il reclutamento dei dirigenti scolastici.

Vi sono poi problematiche legate alla gestione delle istituzioni scolastiche per quanto attiene l’edilizia di molte scuole fatiscenti e su questo tema il Governo ha avviato una serie di progetti che vanno nella direzione di tamponare più che di modificare in toto, perché occorre dirlo con chiarezza che in Italia le riforme sono quasi sempre operazioni di restyling, ma mai di destrutturazione del sistema con interventi radicali per cui si fanno riforme che vanno ad abbellire solo esteriormente l’immagine della scuola italiana in modo tale da dare l’impressione di aver cambiato perché tutto alla fine rimanga com’era!