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Il digitale per la valorizzazione del patrimonio culturale, la scuola al centro di questa trasformazione

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Valorizzare il patrimonio culturale con i nuovi strumenti digitali per aumentarne il valore educativo.
Di questo si è parlato a fine dicembre nella tre giorni organizzata da Indire dedicata alla scuola e all’occasione per la trasformazione l’innovazione e il cambiamento del modello formativo.
Il convegno tutto in modalità virtuale “Conversare tra le carte in un mondo digitale: percorsi possibili tra scuola, archivi, biblioteche e musei” è stato organizzato da Indire insieme ad alcuni partner esterni come: Archivio Storico Domenicano della Minerva, SNS Pisa, Centro Archivistico, Museo del Novecento, M9 Venezia-Mestre, Diculther (Digital Cultural Heritage), Dipartimento di ricerca in struttura, storia e contenuti della comunicazione e il Patrocinio di Rai Cultura.

Nei dibattiti si è discusso del possibile ruolo del digitale nel patrimonio artistico e come gli strumenti digitali possono favorire l’uso stesso del patrimonio in modo sempre più attivo.
In particolare, l’uso sistematico del digitale significa rafforzare nuovi approcci metodologici in grado di favorire lo sviluppo del senso di partecipazione e consapevolezza e del senso di cittadinanza che rappresenta un valore enorme n un paese come l’Italia in cui l’eredità culturale è particolarmente importante.

Il convegno di Indire

In questo contesto si sono confrontate le posizioni dei vari specialisti provenienti dall’ambito archivistico, bibliotecario, museale, della ricerca accademica e di quella didattica con l’obiettivo di tradurre in pratica i diversi “saperi” disciplinari legati al patrimonio culturale con l’obiettivo di fornire spunti di riflessione a docenti e addetti ai lavori della scuola
Gli incontri hanno portato alla convinzione comune dell’importanza di rinforzare la percezione del patrimonio culturale come risorsa strategica nella costruzione dei processi di conoscenza. Un obiettivo tutt’altro che semplice che deve prevedere una collaborazione integrata ed interdisciplinare tra territorio, scuola, musei, archivi, biblioteche.
Un nuovo modello che dovrà attuarsi con “percorsi di esplorazione del patrimonio culturale” attuabili tramite modelli di collaborazione tra scuola e settore culturale.

Percorsi nuovi per una utilizzabilità didattica di patrimoni considerati “minori” quali gli archivi, laboratori di storia in cui lo studente può sperimentare la ricerca delle fonti: alleanza nuova, quindi, tra scuola e patrimonio culturale che di fatto amplia lo spazio educativo, uso delle fonti come metodologia di didattica attiva in grado di rompere gli schemi tradizionali di insegnamento e apprendimento.
L’ingresso delle fonti storiche tra i materiali utilizzati per la didattica della storia, non è certo cosa nuova, ma è una risposta importante al rinnovamento dei contenuti previsti dai programmi, perché ricorrendo alle pratiche consolidate dell’azione dello storico, si rende attiva la didattica della materia e più efficace il suo insegnamento.
Altro progetto interessante trattato nel convegno è quello della “scuola allo schermo”, che tenta di mettere in relazione con la fonte film per comprendere meglio il senso che viene comunicato attraverso le immagini dalle quali i ragazzi sono circondati.

L’eredita culturale digitale

La cultura costituisce un bene comune, un sistema di coesione sociale tra ricerca, formazione ed educazione scolastica, rappresenta un tassello importante per la crescita dell’Europa elemento di fondo sancito anche dalla Convenzione di Faro del 2014.
L’obiettivo è, quindi, quello di creare un sistema di conoscenze e competenze digitali consapevoli, capaci di assicurare la conservazione, e la fruizione interattiva, partecipata e consapevole, cosi come la sostenibilità, la valorizzazione e la promozione dell’eredità culturale digitale.

L’Educazione all’eredità culturale digitale del patrimonio artistico rappresenta dunque oggi una componente indispensabile delle conoscenze e competenze di cittadinanza globale di ogni studente ed è fondata su metodologie condivise attive e partecipative che richiedono forti sinergie tra i territori e gli attori del sistema formativo istituzionale, scuola ed università, sia di coloro che operano negli ambiti dell’apprendimento e della valorizzazione e conservazione del patrimonio culturale. (fonte Agenda Digitale)