Il finanziamento ai partiti parte dal premio alle “scuole di partito”

Il Redattore sociale spulcia il Decreto legge sulla cancellazione del finanziamento pubblico, che prevede la donazione di soldi ai partiti garantendo in cambio detrazioni fiscali che però sono fino al 37%, e su un massimo di 70 mila euro, per i partiti, mentre per il no profit si fermano al 24% con un tetto massimo che supera di poco i 2 mila euro. E non finisce neppure qui, perché le detrazioni per le scuole di partito arrivano addirittura a coprire il 75% delle spese sostenute.
Il testo del governo, infatti, cambia il sistema di finanziamento ai partiti politici: da un finanziamento diretto e automatico da parte dello Stato (i cosiddetti, e famigerati, “rimborsi elettorali”), si passerà nell’arco di tre anni ad un sistema interamente deciso dai cittadini che si basa su due pilastri: il “due per mille” in dichiarazione dei redditi e le libere e volontarie donazioni di denaro (le cosiddette “erogazioni liberali”).
Ma il testo parlamentare, sottolinea il Redattore sociale, sul finanziamento ai partiti ha anche un’altra chicca di rilievo: dal 2014 ognuno di noi potrà detrarre dalle proprie tasse il 75% delle spese sostenute per la “partecipazione a scuole o corsi di formazione politica promossi e organizzati dai partiti”. Il tetto massimo è di 750 euro.
Ed è da questo punto in poi che è d’uopo fare scattare i commenti, semplici, sui nodi degli scambi ferroviari che trasportano demagogia.
È lo stesso Redattore sociale a fare il commento: “In un paese che storicamente fa fatica a dare spazio al ricambio generazionale in campo politico sarà anche importante incentivare le scuole o i corsi di partito, ma il pensiero non può non andare al trattamento che lo Stato riserva per le spese che studenti e famiglie sostengono per l’istruzione scolastica, quella vera, dall’asilo nido ai master di specializzazione, passando per scuole medie, superiori e università. In tutti questi casi lo sconto fiscale – sotto forma sempre di detrazione – è pari al 19% delle spese sostenute, cui si aggiunge per gli asili nido anche il tetto dei 632 euro annui di spesa. Per farla breve: se spendi mille euro in un anno per tuo figlio che va all’asilo nido lo Stato ti rimborsa 120 euro (il 19% del limite di 632 euro), se ne spendi mille per le tasse universitarie di tuo figlio diciannovenne lo sconto fiscale che ottieni è di 190 euro (19% di mille euro), ma se quei mille euro li spendi per fargli frequentare una scuola di partito (o per frequentarla tu stesso, del resto per imparare “non è mai troppo tardi”) ecco che lo Stato ti riconosce uno sconto fiscale di 750 euro (il 75% di mille euro, pari esattamente al tetto massimo previsto). Come dire che la scuola di partito è cinque o sei volte più importante del nido e dell’università. Ma del resto, se occorre ripartire dalla cultura…

Pasquale Almirante

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