Home Archivio storico 1998-2013 Attività parlamentare Il finanziamento ai partiti parte dal premio alle “scuole di partito”

Il finanziamento ai partiti parte dal premio alle “scuole di partito”

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Il Redattore sociale spulcia il Decreto legge sulla cancellazione del finanziamento pubblico, che prevede la donazione di soldi ai partiti garantendo in cambio detrazioni fiscali che però sono fino al 37%, e su un massimo di 70 mila euro, per i partiti, mentre per il no profit si fermano al 24% con un tetto massimo che supera di poco i 2 mila euro. E non finisce neppure qui, perché le detrazioni per le scuole di partito arrivano addirittura a coprire il 75% delle spese sostenute.
Il testo del governo, infatti, cambia il sistema di finanziamento ai partiti politici: da un finanziamento diretto e automatico da parte dello Stato (i cosiddetti, e famigerati, “rimborsi elettorali”), si passerà nell’arco di tre anni ad un sistema interamente deciso dai cittadini che si basa su due pilastri: il “due per mille” in dichiarazione dei redditi e le libere e volontarie donazioni di denaro (le cosiddette “erogazioni liberali”).
Ma il testo parlamentare, sottolinea il Redattore sociale, sul finanziamento ai partiti ha anche un’altra chicca di rilievo: dal 2014 ognuno di noi potrà detrarre dalle proprie tasse il 75% delle spese sostenute per la “partecipazione a scuole o corsi di formazione politica promossi e organizzati dai partiti”. Il tetto massimo è di 750 euro.
Ed è da questo punto in poi che è d’uopo fare scattare i commenti, semplici, sui nodi degli scambi ferroviari che trasportano demagogia.
È lo stesso Redattore sociale a fare il commento: “In un paese che storicamente fa fatica a dare spazio al ricambio generazionale in campo politico sarà anche importante incentivare le scuole o i corsi di partito, ma il pensiero non può non andare al trattamento che lo Stato riserva per le spese che studenti e famiglie sostengono per l’istruzione scolastica, quella vera, dall’asilo nido ai master di specializzazione, passando per scuole medie, superiori e università. In tutti questi casi lo sconto fiscale – sotto forma sempre di detrazione – è pari al 19% delle spese sostenute, cui si aggiunge per gli asili nido anche il tetto dei 632 euro annui di spesa. Per farla breve: se spendi mille euro in un anno per tuo figlio che va all’asilo nido lo Stato ti rimborsa 120 euro (il 19% del limite di 632 euro), se ne spendi mille per le tasse universitarie di tuo figlio diciannovenne lo sconto fiscale che ottieni è di 190 euro (19% di mille euro), ma se quei mille euro li spendi per fargli frequentare una scuola di partito (o per frequentarla tu stesso, del resto per imparare “non è mai troppo tardi”) ecco che lo Stato ti riconosce uno sconto fiscale di 750 euro (il 75% di mille euro, pari esattamente al tetto massimo previsto). Come dire che la scuola di partito è cinque o sei volte più importante del nido e dell’università. Ma del resto, se occorre ripartire dalla cultura…